Orig.: Stati Uniti (1998) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Mark Childress - Scenegg.: Mark Childress - Fotogr.(Scope/a colori): Julio Macat - Mus.: Mark Show - Montagg.: Maysie Hoy, Robert C.Jones - Dur.: 109' - Produz.: Green Moon e Meir Teper Production.
Interpreti e ruoli
Melanie Griffith (Lucille), David Morse (Dove), Lucas Black (Peejoe), Cathy Moriarty (Earlene), Meat Loaf Aday (sceriffo Doggett), Rod Steiger (giudice Mead), Richard Schiff (Norman), John Beasley (Nehemiah), Robert Wagner (Harry Hall), Noah Emmerich (sceriffo Raymond), Sandra Seacat (Meemaw)
Soggetto
E' l'estate del 1965 e Peter Joseph, detto Peejoe, adolescente in una sperduta cittadina dell'Alabama, si trova a vivere da vicino alcune situazioni che lo portano verso l'età adulta. La zia Lucille, madre di sei figli, si è liberata del marito violento e manesco, decapitandolo; poi ha chiuso la testa in un cappelliera ed ora é decisa a partire per Hollywood per diventare una stella della televisione. Nella cittadina ci sono anche lo zio di Peejoe, Dove Bullis, impresario di pompe funebri, e John Doggett, lo sceriffo, che reprime ogni manifestazione degli abitanti di colore della zona. Le due situazioni, quella privata di Lucille e quella sociale verso i 'neri', procedono di pari passo, e Peejoe assiste al crearsi e al crescere di chiacchiere, pettegolezzi, menzogne su entrambi i fronti. Piano piano il ragazzino si fa coraggio: un suo coetaneo nero viene ucciso, lo sceriffo fa passare il tutto per un incidente, Peejoe sa che invece é lui il colpevole. Intanto ad Hollywood Lucille ottiene qualche successo, ma il mandato di cattura per l'omicidio del marito la insegue e infine la raggiunge. Si celebra il processo, e, dopo la sfilata dei testimoni,la giuria emana il verdetto di colpevolezza per omicidio di 1° grado. Il giudice Mead a questo punto fa arrestare lo sceriffo Doggett per violazione dei diritti umani, poi riflette ad alta voce sul caso della donna. Decide quindi che la pena per Lucille é quella di passare cinque anni in cura psichiatrica, e che può considerarsi libera. Peejoe tira le conclusioni sulle cose imparate in quella estate così importante, mentre la macchina con Lucille sfreccia veloce nel deserto.
Valutazione Pastorale
Tratto dal romanzo "Tutti pazzi in Alabama" e diretto dall'attore spagnolo Antonio Banderas (ormai ben 'americanizzato'), il film si rivolge al recupero di modi e forme tipici di molto cinema americano anni '60: il profondo sud, il problema razziale, il fascino dello spettacolo, la voglia di crescita della donna all'interno del nucleo familiare. Ciascuno di questi aspetti é svolto con tonalità narrative che cambiano e si sovrappongono: così l'approccio realistico agli scontri tra bianchi e neri, agli eccessi della società californiana, al processo nella parte finale sfuma in un taglio che inclina verso il grottesco, esemplificato al meglio da quella cappelliera con la testa del marito da cui Lucille non vuole mai separarsi. Il cambio di registro dà al racconto un tono gradevole e scanzonato: una specie di commedia dell'assurdo che, vista dalla parte dell'adolescente, diventa anche una sorta di presa di coscienza, oggi, degli errori commessi in quegli anni Sessanta. Al di là del ritmo divertente, il film è da vedere quindi anche come critica sociale e di costume. Dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, segnalando qualche riserva per momenti meno sorvegliati che inducono a qualche asprezza visiva.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. Da proporre come ritratto vivace dell'America anni '60 visto con occhi contemporanei.