Per il mio bene

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Adolescenza, Amore-Sentimenti, Anziani, Dialogo, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Lavoro, Malattia, Metafore del nostro tempo, Morte, Solidarietà, Violenza
Genere
Drammatico, Sentimentale
Regia
Mimmo Verdesca
Durata
100'
Anno di uscita
2024
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
Per il mio bene
Distribuzione
01 Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Mimmo Verdesca, Monica Zappelli, Pierpaolo De Mejo.
Fotografia
Federico Annicchiarico
Musiche
Germano Mazzocchetti
Montaggio
Alessio Doglione
Produzione
Marco Poccioni, Marco Valsania. Casa di produzione: Rodeo Drive, Rai Cinema

Interpreti e ruoli

Barbora Bobulova (Giovanna), Marie Christine Barrault (Anna), Stefania Sandrelli (Lilia), Sara Ciocca (Alida), Leo Gullotta (Luciano), Fabio Grossi (Dottor Lipari), Gualtiero Burzi (Giorgio)

Soggetto

Giovanna è un’imprenditrice di successo, madre dell’adolescente Alida. Un giorno, dopo un malore, le viene diagnosticato un tumore al fegato; la sua unica possibilità è un trapianto da un familiare prossimo. La madre Lilia le comunica, però, di non poterla aiutare, svelandole una scomoda verità: non l’ha partorita lei. Giovanna così si mette alla ricerca della madre biologica, di colei che l’ha abbandonata alla nascita. Dopo una serie di ostacoli burocratici, riesce a risalire all’indirizzo di Anna…

Valutazione Pastorale

Mimmo Verdesca si è formato nel documentario (tra i suoi lavori “Alida” nel 2020 e “Sciuscià 70” nel 2016), prima di esordire nel lungometraggio con “Per il suo bene”. Prodotto da Rodeo Drive e Rai Cinema, il film si presenta come un viaggio nei territori del femminile, della maternità, attraverso il racconto di tre donne. Protagoniste Barbora Bobulova, Stefania Sandrelli e Marie-Christine Barrault, affiancate da Leo Gullotta e Sara Ciocca. Il copione è scritto dallo stesso Verdesca con Monica Zappelli e Pierpaolo De Mejo.
La storia. Giovanna è un’imprenditrice di successo, madre dell’adolescente Alida. Un giorno, dopo un malore, le viene diagnosticato un tumore al fegato; la sua unica possibilità è un trapianto da un familiare prossimo. La madre Lilia le comunica, però, di non poterla aiutare, svelandole una scomoda verità: non l’ha partorita lei. Giovanna così si mette alla ricerca della madre biologica, di colei che l’ha abbandonata alla nascita. Dopo una serie di ostacoli burocratici, riesce a risalire all’indirizzo di Anna…
Verdesca firma un film drammatico esistenziale, con pennellate mélo, di impianto classico. La cura formale è molto attenta, cesellando bene i personaggi femminili e le loro traiettorie: Giovanna, Lilia e Anna si trovano ad attraversare, parallelamente, un percorso di caduta e risalita. Le loro certezze vacillano e vecchie ferite si riaprono, spingendole ad affrontare traumi e demoni interiori. Un viaggio nella notte della disperazione, dove l’unico punto di luce è l’amore, l’amore madre-figlia, quello che tiene attaccati alla vita e spinge a lottare, a resistere nonostante tutto.
Supportato da ottime interpreti, il regista compone dunque un racconto dolente, intenso e raffinato, che non si accontenta del facile narrativo, ma prova a scavare in profondità nelle zone d’ombra dell’animo umano. Le donne di cui ci parla sono ferite, violate, ma non per questo si arrendono. A ben vedere, però, una di loro, nei volteggi finali, compie una scelta netta, un atto di ribellione al male e ai propri dolori; una scelta certamente sofferta, che si comprende ma non si può condividere. Nell’insieme, il film possiede un passo elegante, lontano dalla banalità, che si farà apprezzare da un pubblico maturo. Complesso, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Per la delicatezza dei temi in campo, il film richiede un pubblico adulto.

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