Orig.: Italia (2015) - Sogg. e scenegg.: Antonio Leotti, Fariborz Kamkari - Fotogr.(Panoramica/a colori): Gogò Bianchi - Mus.: Orchestra di Piazza Vittorio - Montagg.: Mirco Garrone - Dur.: 92' - Produz.: Adriana Chiesa Di Palma e Fabrizia Falzetti per Far Out Films in associazione con Adriana Chiesa Enterprises, in collaborazione con RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Giuseppe Battiston (Bepi), Maud Buquet (Zara), Mehdi Meskar (Saladino), Hassani Shapi (Karim), Giovanni Martorana (Ala), Gaston Biwolè (Aziz), Esther Elisha (Fatima), Monica Zuccon (Cesarina), Hafida Kassoui (Miriam), Glaucia Paola Virdone (Mina), Leonardo Castellani (Lo Turco), Alessandro Bressanello (il sindaco)
Soggetto
All'improvviso la piccola comunità musulmana di Venezia si trova sfrattata dalla propria moschea per iniziativa di una parrucchiera islamica che trasforma il luogo in un salone di bellezza. Nel tentativo di non far precipitare le cose, viene chiamato in soccorso un imam afghano giovane e inesperto. Del piccolo gruppo fanno parte anche Bepi, un veneziano convertito all'Islam, il 'presidente' della comunità Karim, la musulmana progressista Fatima e il curdo Ala. In più c'è Zara, la parrucchiera che ha provocato il contenzioso. Il tentativo di trovare un punto d'incontro tra i musulmani e Zara va avanti tra equivoci, incertezze, beghe di vario tipo. Ma la soluzione è in agguato...
Valutazione Pastorale
Si può ricordare subito che il regista, Faribor Kamkari nato in Iran, curdo, studente di letteratura drammatica a Teheran, debuttante al cinema nel 2002, si è imposto all'attenzione con "I fiori di Kirkuk" (2010). "Per la mia storia personale -precisa- conosco bene sia la realtà e la cultura europea contemporanea, dove si svolge il racconto, sia quelle da cui provengono i personaggi immigrati. Da questa doppia conoscenza sono partito per dare alla storia una prospettiva non basata su semplici clichés. Lo humor nasce all'interno di due mentalità contrapposte(...) Il tono ironico deve molto all'influenza della commedia italiana". Sono premesse opportune per entrare nell'umorismo un po' beffardo del copione. Trattare temi molto seri e importanti con leggerezza: era il segreto alla base del filone principe del cinema italiano anni '50/'70. L'idea che una donna mediorientale sconvolga la quotidianità di altri musulmani, aprendo un'attività commerciale da sola, è di per sé un ottimo grimaldello per dare il via ad una irresistibile sarabanda di contrattempi e incomprensioni. Si scherza sulle cose serie, appunto, ma il rispetto è conservato, non ci sono vinti né vincitori, solo si è avuta l'occasione per osservare una Venezia tutta in esterni inedita e ricca di suggestioni. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, brillante e da proporre anche per dibattiti (per gli spunti di attualità che propone).
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come avvio ad uno scambio di opinioni su argomenti che riguardano la nostra cronaca e attualità.