Orig.: Francia (1999) - Sogg. e scenegg.: Michel Ocelot - Fotogr.(Normale/a colori): il gruppo che ha realizzato l'animazione composto da Lionel Kerjean, Pacal Lemaire, George Sifianos, Gilles Burgard, Inni Karine Melbye, Benedicte Galup, Hugues Bourdoncle, Michel Ocelot - Mus.: Christian Maire - Montagg.: Anita Vilfrid, Michele Peju, Dominique Lefever - Dur.: 74' - Produz.: Didier Brunner, Jean Francoise Laguionie.
Soggetto
In un cinema abbandonato due bambini decidono di mettersi ad inventare storie e di metterle in scena con l'aiuto di un tecnico esperto. La prima: la ricerca dei diamanti e della principessa. Il principe ritrova i 111 diamanti della collana e sposa la principessa. La seconda: un racconto ambientato nell'antico Egitto. Lui porta un fico alla regina e la ricompensa crea invidia. La terza: lui visita il castello, entra nella biblioteca dove lei studia i progetti delle macchine. E lei si toglie l'elmo. La quarta: nel Giappone del passato, un uomo forte vuole rubare il mantello della vecchia signora Olko, ma è scoperto e la signora lo costringe a servirla fino all'alba. Poi gli regala il mantello. La quinta: nell'anno 3000 una regina crudele possiede un flauto mauto. Il flauto cambia aspetto e si trasforma in lui, e la regina lo bacia. La sesta: il principe e la principessa si baciano e per loro comincia una serie di trasformazioni. Dopo che lui é diventato ranocchia e lei lumaca, attraverso sei passaggi finisce che lui diventa lei, e viceversa. Ma sono sempre principe e principessa.
Valutazione Pastorale
Sono sei episodi che il cartoonist francese Michel Ocelot (autore nel 1999 di "Kirikù e la strega Karabà") aveva realizzato come progetto per una serie televisiva che poi non si è concretizzata. Ne é derivato invece questo film, dove la tecnica usata è la novità maggiore: seguendo lo stile delle ombre cinesi, l'autore ha utilizzato carta nera, forbici e una telecamera da 16 mm con zoom. Le figurine sono quasi sempre simili a silhouette, viste di profilo, con occhi appena percettibili, ritagliate su carta con piccole articolazioni a fil di ferro. Insomma anche fin troppo palesemente siamo all'esatto opposto dell'animazione che usa senza risparmio computer e nuove tecnologie. Lo stile è indubbiamente grazioso, ma alla lunga stanca. Il disegno è elegante, raffinato ma monotono nel colore. Le sei storie abbracciano varie epoche e vorrebbero collocarsi fuori da ogni razionalità per dare spazio a piccoli sentimenti e alla poesia nascosta nelle pieghe del mondo. Un gioco di fantasia e di illusioni particolarmente riuscito solo nell'ultimo episodio. Dal punto di vista pastorale, il film è comunque positivo, da valutare come accettabile e semplice nel suo andamento complessivo.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare come proposta adatta a bambini e ragazzi sia in occasioni di svago sia come occasione didattica. Da seguire in famiglia anche in caso di passaggi televisivi.