QUALCOSA NELL’ARIA

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Cinema nel cinema, Educazione, Giovani, Politica-Società, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Olivier Assayas
Durata
122'
Anno di uscita
2013
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Après mai
Distribuzione
Officine UBU
Musiche
brani di autori vari. Nella sequenza del concerto il gruppo "After me" si è formato su iniziativa di Jean Marc Montera, che ha scrito il brano "After me", eseguito dal vivo durante il film
Montaggio
Luc Barnier, Matilde Van De Moortel

Orig.: Francia (2012) - Sogg. e scenegg.: Olivier Assayas - Fotogr.(Panoramica/a colori): Eric Gautier - Mus.: brani di autori vari. Nella sequenza del concerto il gruppo "After me" si è formato su iniziativa di Jean Marc Montera, che ha scrito il brano "After me", eseguito dal vivo durante il film - Montagg.: Luc Barnier, Matilde Van De Moortel - Dur.: 122' - Produz.: Nathanael Karmitz, Charles Gillibert.

Interpreti e ruoli

Clément Métayer (Gilles), Lola Créton (Christine), Félix Armand (Alain), Hugo Conzelmann (Jean Pierre), Carole Combes (Laure), India Salvor Menuez (Leslie), Léa Rougeron (Maria), Mathias Renou (Vincent), Martin Loizillon (Rackam il rosso), André Marcon, Johnny Flynn, Dolores Chaplin

Soggetto

Parigi, 1971. Gilles, studente al liceo, si fa coinvolgere dai fermenti politici che infiammano la città. In realtà, più che alla rivoluzione, lui vorrebbe dedicarsi alla pittura, al cinema, alle arti. E' difficile tuttavia allontanarsi dalle insistenze e dal decisionismo degli amici e dei compagni. Quando capiscono di essere nel mirino della polizia, alcuni lasciano la Francia e raggiungono l'Italia dove partecipano agli analoghi movimenti di contestazione. Tra ragazzi e ragazze, molti prendono strade differenti. Forse anche Gilles riesce a trovare la propria strada per il futuro.

Valutazione Pastorale

Merita ricordare che Olivier Assayas (nato nel 1955) ha seguito curiosamente la strada della generazione precedente francese. Come Godard, Truffat e altri, comincia come critico ai Cahiers du Cinema prima di passare dietro la m.d.p. Eccolo ora pronto ad affrontare un pezzo di storia cruciale, forse il più paradigmatico dei tempi recenti: il '68 francese e dintorni. Superando le due ore, il regista si sforza di costeggiare i ritmi dell'affresco, senza cadere nel prevedibile e nell'agiografico. Sa di dover parlare degli entusiasmi di una generazione e insieme di non dare a vedere di sapere come poi è finita: ossia col fallimento delle utopie. Niente commento, niente nostalgia, no a rimorsi e rimpianti, ma l'obiettivo di una ricostruzione asciutta, nitida, scorrevole, senza ideologie o processi sommari. Ne deriva un copione sciolto, quasi semplice nella nuda esposizione dei fatti guardati con partecipe disincanto. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare coem consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni soprattutto per avviare la riflessioni su chi quegli anni ha vissuto e nel confronto con le ultime generazioni.

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