Orig.: Francia/Giappone (2012) - Sogg. e scenegg.: Abbas Kiarostami - Fotogr.(Panoramica/a colori): Katsumi Yanagijima - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Bahman Kiarostami - Dur.: 109' - Produz.: Marin Karmiz, Kenzo Horikoshi.
Interpreti e ruoli
Rin Takanashi (Akiko), Tadashi Okuno (Takashi), Ryo Kase (Noriaki), Denden (Hiroshi), Mihoko Suzuki (la vicina), Reiko Mori . (Nagisa)
Soggetto
A Tokio, oggi. Takashi, professore universitario in pensione, riceve Akiko, studentessa universitaria disponibile per incontri a pagamento. La ragazza è impegnata a tenere a bada l'opprimente gelosia del fidanzato Noriaki, che vorrebbe conoscere ogni movimento di lei. Stanca e preoccupata, Akiko si ferma a casa del professore senza che succeda niente. La mattina dopo lui la accompagna all'università e, mentre la aspetta, viene avvicinato in macchina da Noriaki. I due cominciano a parlare, si scambiano confidenze, e, quando Akiko torna, restano tutti e tre insieme. L'insicurezza del ragazzo tuttavia non accenna a diminuire. Takashi ora ha preso a cuore la situazione di Akiko e la riporta a casa propria. Qui, verso sera, arrivano rumori dalla finestra, e subito dopo un sasso rompe il vetro. Fuori c'è Noriaki.
Valutazione Pastorale
Impegnato per la prima volta fuori dai confini del nativo Iran con il precedente "Copia confome" (girato in Toscana, 2009, cfr. scheda), Abbas Kiarostami prosegue una sorta di viaggio alla scoperta di se stesso, e arriva in Giappone. Sceglie alcune figure esemplari della società odierna, le mescola tra modernità (le studentesse spigliate, il locale notturno) e passato (una gelosia da romanzo, figurine di contorno sbozzate con toni retrò), le proietta su uno sfondo carico di atmosfere misurate, morbide, accattivanti. Nella casa del professore libri negli scaffali, libri per terra, brani di musica classica, una stanza da letto ordinata delineano il perimetro di un'armonia interiore che troppi elementi esterni cercano di corrompere. La saggezza dell'anziano Takashi si scontra con l'isteria del giovane Noriaki: generazioni in dissidio con poche possibilità di incontro. Poco interessato agli esili nodi narrtivi della vicenda, Kiarostami si lascia invece andare alle suggestioni dell'immagine, affidata ad uno sguardo intenso ed enigmatico, introverso e criptico che passa dal piacere della sfida alla realtà al rifugio nei giochi degli scambi linguistici, dei corsi e ricorsi, della dialettica tra capire/non capirsi: un Kiarostami lucido e autoriale, forse anche cinicamente proteso a servirsi del cinema per plasmare la realtà a proprio uso e consumo. Territorio suggestivo comunque il suo, e film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso e certo problematico.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, con più pertinenza, in occasioni mirate, come proposta di un autore che scandisce le tappe di una rapporto tra il cinema e il resto del mondo, tra cultura iraniana e filosofia occidentale. Qualche attenzione è da tenere per bambini e minori in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri strumenti tecnici.