Orig.: Italia (2002) - Sogg. e scenegg.: Mariella Zanetti - Fotogr.(Panoramica/a colori): Saverio Guarna - Mus.: Antonello Aguzzi - Montagg.: Claudio Cormio - Dur.: 85' - Produz.: Metafilm, A.S.P. in collaborazione con Medusa Film.
Interpreti e ruoli
Marina Massironi (Paola), Nicola Romano (Andrea), Neri Marcorè (Ruggero), Isabella Cecchi (Rita), Cinzia Mascoli (Gioia), Ivan Lucarelli (Roberto), Fabio De Luigi (Claudio), Alessio Puccio . (Michele)
Soggetto
Paola, che frequenta un corso per estetiste, ha una storia con Ruggero, vice preside. A lui ha detto di essere vedova, mentre in realtà il marito tempo addietro ha fatto un'altra scelta, andando via con un uomo. Anche Ruggero a dir la verità ha tenuto un segreto: non ha avuto il coraggio di dirle che ha un figlio, Michele, di 13 anni che vive con lui. Per giorni e giorni Ruggero aspetta il momento opportuno per dirglielo ma non si decide mai. Succede poi che l'ex marito di Paolo muoia veramente e che il notaio convochi per il ritiro dell'urna cineraria sia Paola sia Andrea, il suo convivente. I due litigano subito e si lasciano bruscamente. Passa qualche giorno, e Andrea trova una carta ufficiale in cui si dichiara che, in caso di morte, l'ex marito lasciava la sua casa al 50% alla moglie e all'amico. Così Andrea reclama i propri diritti e si trasferisce da Paola. Una sera si presenta Ruggero, sta per parlare ma Paola gli dice che aspetta un altro, e lui va via adirato. Dopo tanti litigi, Paola e Andrea cercano di essere più sereni. Promossa all'esame di estetista, Paola si lascia convincere ad andare ad una festa gay. Qui si apparta con Andrea, e i due vanno via insieme. In un giorno di sole, Paola e Andrea si sposano. Tornati dal notaio, si dividono al 50% le ceneri del defunto ex marito e compagno.
Valutazione Pastorale
La si vorrebbe dimenticare al più presto una commedia come questa, così insulsa da rasentare l'inutilità completa. Certo, a voler esser pignoli, potrebbe emergere il tema dei rapporti tra le persone, del bisogno di una maggiore autenticità a danno di sotterfugi e ipocrisie che non portano mai a niente di buono. Si potrebbe dire che il film vuole scherzare su questi argomenti della società contemporanea ma non c'è mai convinzione e le intenzioni si perdono. Ancora una volta validi attori di provenienza televisiva restano imbrigliati in una storiellina dai toni così politicamente corretti da risultare sbiaditi e indifferenti. Il tutto naufraga nella totale assenza di ritmo, in una staticità narrativa che reprime qualunque possibile attimo divertente. Con fatica e noia si arriva alla fine di un racconto che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come inconsistente, e del tutto velleitario.
UTILIZZAZIONE: mancando gli obiettivi del divertimento o della riflessione anche ironica, non si vedono motivi precisi per utilizzare il film.