Sogg. e Scenegg.: Richard Curtis - Fotogr.: (panoramica/a colori) Michael Coulter - Mus.: Richard Rodney Bennett - Montagg.: Jon Gregory - Dur.: 116' - Produz.: Duncan Kenworthy
Interpreti e ruoli
Hugh Grant (Charles), Andie Mac Dowell (Carrie), Kristin Scott-Thomas (Fiona), Simon Callow (Gareth), James Fleet (Tom), Charlotte Coleman (Scarlett), David Bower (David), Corin Redgrave (Hamish), Rowan Atkinson (Padre Gerald)
Soggetto
il giovane Charles è un curioso tipo, simpatico e di vivo spirito: molte donne lo adorano (soprattutto Fiona, che lo ama da sempre), ma lui inglese trentenne non si decide a sposarsi. Nell'ambito dei suoi tanti amici si susseguono gaie cerimonie nuziali e Charles spesso fa da testimone, ma corbeille, drink e folle di invitati non sembrano stimoli sufficienti. Ad uno dei matrimoni, Charles conosce Carrie, una americana bella, elegante e disinvolta. I due si piacciono: hanno un rapido incontro d'amore (lei ha fretta di tornare a New York), lui rimane sconvolto, poi riprende la sua vita da scapolo. Un avvenimento triste improvvisamente accade: muore l'anziano ed eccentrico Gareth, un omosessuale di cui tesse l'elogio funebre l'amico Matthew. Ma ancora un altro matrimonio segue: quello del più irriducibile fra gli amici, Tom, che si sposa con una biscugina assai più giovane. Ormai come suggestionato, Charles decide di sposarsi, anche perchè Carrie nel frattempo gli ha presentato il proprio fidanzato Hamish, un ricco quarantenne, che poi sposa. La prescelta è una ragazza innamorata di Charles. Ma, quando la nuova coppia è già all'altare, il giovane apprende dai gesti di David, il fratello muto, che Carrie ha divorziato. Ogni esitazione cade e Charles si unisce a Carrie, che gli appare davvero la donna migliore.
Valutazione Pastorale
in questa commedia brillante, anche con guizzi grotteschi e parodistici, Mike Newell padroneggia gli interpreti (tutti bravi) e le cerimonie nuziali, tra candidi veli, tight impeccabili e successive libagioni alla scozzese. L'eleganza è raffinata e ben descritti sono il costume britannico, la fioritura dei più acri pettegolezzi, l'innata ipocrisia e la vacuità di una certa società. Anche se alla fine l'amore vero sembra trionfare, la negatività del film è inoppugnabile: vi serpeggia sempre quell'astio anticattolico, che Oltre Manica non si estingue mai, quel gusto per l'irrispettoso e l'irridente, allorchè si tratta di riti e celebranti (resi farfuglianti o risibili). Il film, che annovera anche una vena romantica nel rapporto tra due omosessuali, è costellato da dialoghi sconvenienti.