Orig.: Italia (2009) - Sogg.: liberamente tratto da "Una questione di cuore" di Umberto Contarello - Scenegg.: Francesca Archibugi - Fotogr.(Panoramica/a colori): Fabio Zamarion - Mus.: Battista Lena - Montagg.: Patrizio Marone - Dur.: 104' - Produz.: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz per Cattleya, Guido De Laurentiis per Cinemello.
Interpreti e ruoli
Antonio Albanese (Alberto), Kim Rossi Stuart (Angelo), Micaela Ramazzotti (Rossana), Francesca Inaudi (Carla), Andrea Calligari (Airton), Nelsi Xhemalaj (Perla), Chiara Noschese (Loredana), Paolo Villaggio (Renato)
Soggetto
A Roma Angelo, titolare in un quartiere popolare di una carrozzeria ereditata dal padre, e Alberto, sceneggiatore di successo bravo e incostante, si conoscono in sala di rianimazione. Quando escono, continuano a vedersi. Quando Alberto, in crisi col lavoro e lasciato dalla fidanzata Carla, non sa dove andare, Angelo lo accoglie nella propria casa, al Pigneto, dove vive con la moglie Rossana, incinta, e gli altri due figli, l'adolescente Perla e il piccolo Airton. Alberto entra in contatto con un mondo per lui sconosciuto, e sembra affezionarsi. Angelo sa che il male é in agguato, che non lo mollerà tanto facilmente, come già successe con il padre, e quasi vorrebbe che Alberto lo sostituisse. Il cuore di Angelo alla fine cede, e Alberto resta con quella donna, con quei ragazzi, che cercano il padre e vedono lui.
Valutazione Pastorale
"Desideravo - dice l'Archibugi- fare un film sull'Italia, anche se in modo sghembo, attraverso l'incontro fra due personaggi che fossero portatori di mondi inconciliabili, se non alla fine del mondo. E quando muore qualcuno, finisce sempre un mondo, anche se piccolo non é mai insignificante. Significa tantissimo soprattutto per i parenti, e i narratori". Se è vero che l'amicizia tra Alberto e Angelo nasce dal non avere niente in comune, ne consegue che il loro distacco diventa ancora più profondo, e più faticosa é la possibile ricomposizione dei pezzi rimasti in piedi. Ben decisa a riportare un pezzo di Roma al centro di una vicenda (tra passato, presente, citazioni, suggestioni e ricordi), la regista gioca apertamente sul titolo per mettere la malattia clinica al fianco di quella esistenziale. Così il cuore rischia di essere sottoposto a troppi sforzi, fisici e sentimentali. I due protagonisti sono seri e credibili, il copione indulge a qualche squilibrio di troppo, con poca compattezza tra la parte in ospedale, quella in città, quella al lago. Molti temi (interiori, letterari, sociali, forse politici) restano abbozzati. Tuttavia il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre in successive occasioni, anche nel suo rapporto con il romanzo da cui é tratto.