Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg. e scenegg.: Doug Wright tratti dal proprio dramma teatrale "Quills" - Fotogr.(Panoramica/a colori): Rogier Stoffers - Mus.: Stephen Warbeck - Montagg.: Peter Boyle - Dur.: 123' - Produz.: Mark Huffam, Julia Chasman, Nick Wechsler - VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
Interpreti e ruoli
Geoffrey Rush (De Sade), Kate Winslet (Magdaleine Leclerc), Joaquin Phoenix (abate Coulmier), Michael Caine (Antoine Royer-Collard), Patrick Malahide, Billie Whitelaw
Soggetto
Prigioniero nella sua ampia cella al palazzo di Charenton, il Marchese De Sade osserva le esecuzioni capitali che si succedono, e, appena può, consegna i suoi scritti proibiti alla domestica Madeleine, perché li pubblichi e lo faccia circolare. Quindi, autorizzato a organizzare teatro, Sade scrive una farsa dal titolo "I crimini dell'amore', ma il medico fa chiudere tutto. Arriva anche il giovane abate Coulmier e gli fa portare via la penna per scrivere. L'abate è attratto da Sade, ma anche da Madeleine, e si infligge forti autoflagellazioni punitive. Il medico Antoine ha invece un conto aperto con il Marchese. Per niente scoraggiato, Sade comincia a scrivere sulle lenzuola. Quando é scoperto, tutto nella stanza viene portato via. Allora resta nudo, mentre Madeleine é sottoposta alla frusta, per esserne stata complice. Dopoché Madeleine e l'abate si sono baciati con passione, e Simon, moglie del dottore, è fuggita con l'architetto, Sade escogita il sistema di scrivere testi, facendo passare le parole attraverso le celle fino ad arrivare a Madeleine. Dopo un violento incendio, e dopo che Madeleine è stata uccisa, l'abate fa tagliare a Sade la lingua. In un impeto estremo, l'abate ha un rapporto con la ragazza morta, mentre Sade scrive con i propri escrementi, poi ingoia una croce. Un anno dopo al castello arriva un nuovo abate, e il precedente in prigione comincia a scrivere una vicenda grondante sangue.
Valutazione Pastorale
Se é vero che il sadismo è diventato termine proverbiale per indicare eccessi, sgradevolezze e situazioni efferate, non è altrettanto scontato che ogni film sulla figura del Marchese debba avere le stesse caratteristiche. O almeno non dovrebbe essere così, anche per aiutare un miglior inquadramento storico del personaggio, e della sua opera. Purtroppo in questo caso prevale invece la soluzione più facile, più immediata, ma, forse, più sbagliata. Puntando infatti tutte le sue carte sulla provocazione e sullo scandalo, il copione diventa un coacervo di turpitudini sulle quali ci si dilunga con compiacimento, si adagia su un cattivo gusto volutamente macabro che sconfina nell'horror e lì resta fino alla fine. Si resta con l'impressione di un grand-guignol cruento e blasfemo, tutto sbilanciato sulla dimensione solo commerciale del sesso in varie forme, che impedisce di affrontare qualunque tematica storica, sociale, letteraria. Un'operazione sbagliata sotto tutti gli aspetti che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come inaccettabile, e totalmente negativa.
UTILIZZAZIONE: é da evitare sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze.