Orig.: Italia (2012) - Sogg.: tratto dalla piece teatrale "Cuba and his Teddy Bear" di Reinaldo Povol portato in scena in Italia dallo stesso Alessandro Gassman con il titolo "Roman e il suo cucciolo" - Scenegg.: Alessandro Gassman, Vittorio Moroni - Fotogr.(Scope/B&N): Federico Schlatter - Mus.: Pivio e Aldo De Scalzi (canzone originale cantata da Francesco Renga) - Montagg.: Marco Spoletini - Dur.: 106' - Produz.: Cristiano Cucchini e Massimiliano Di Lodovico per Cucchini SRL, RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Alessandro Gassman (Roman), Giovanni Anzaldo (Nicu), Manrico Gammarota (Geco), Sergio Meogrossi (Talebano), Matteo Taranto (Dragos), Madalina Ghenea (Dorina), Michele Placido (avvocato Silvestri)
Soggetto
Da trenta anni in Italia, una vita ai margini della piccola delinquenza, l'immigato rumeno Roman sogna un futuro diverso per il figlio Nicu, che ha cresciuto da solo, senza madre e in ambienti dove domina la delinquenza. In questo tentativo di tenere il figlio lontano dal degrado, Roman è molto determinato, ricorre a azioni anche violente. Ma non riuscirà ad evitare che il ragazzo assume una odse massiccia di droga che lo porta alla morte.
Valutazione Pastorale
Un altro attore passa dietro la m.d.p. Dopo due stagioni di successo a teatro, la piece "Roman and his teddy bear", scritta da Reinaldo Povod arriva alla versione cinematografica. Gassman jr. mantiene il ruolo di protagonista e si prende la responsabilità dell'occhio che tutto guarda e mette in immagini. Roman è un uomo rozzo, ruvido, scostante, il tipo che più vuole essere conciliante più urla, impreca, ricorre alle maniere forti. La regia segue lui e il piccolo, degradato universo che lo circonda, facendo la scelta di uno stile ugualmente forte, duro, nervoso, circondato dal buio, dalle varianti seppia e grigiastro. Quei luoghi dove si consuma il destino di padre e figlio sono come gironi infernali senza uscita. Si aspetta un riscatto che non arriverà mai. Concepito come una continua discesa verso il baratro esistenziale, il copione tocca nello stomaco e rifiuta qualunque consolazione. E' così: una realtà malvagia da affrontare solo guardandola in faccia. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigkliabile, problematco e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria ben tenendo presente il suo svolgimento in più momenti malvagio, violento, estremo. Adatto meglio per occasioni mirate, dove sia possibile avviare riflessioni sui delicati temi trattati. Attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri suppori tecnici.