Interpreti e ruoli
Lily James (Mrs. de Winter), Armie Hammer (Maxim de Winter), Kristin Scott-Thomas (Mrs. Danvers), Sam Riley (Jack Favell), Lucy Russell (Clementine Whitney), Mark Lewis Jones (Ispettore Welch)
Soggetto
Una giovane, ingenua e goffa lavora come dama di compagna di una ricca signora inglese in vacanza. Una mattina incontra il fascinoso aristocratico Maxim de Winter, vedovo da circa un anno. L’uomo si sente attratto fin da subito dalla giovane e tra i due nasce un'intensa storia d'amore...
Valutazione Pastorale
Tratto dall’omonimo romanzo di Daphne du Maurier, a 80 anni dall’uscita del capolavoro di Alfred Hitchcock, “Rebecca la prima moglie” (interpretato da Laurence Olivier e Joan Fontaine), torna sulla piattaforma Netflix “Rebecca”. La storia è arcinota: nella Montecarlo degli anni ’40 una giovane e timida dama di compagnia di un’eccentrica inglese, conosce l’affascinante e ricco Maxim de Winter, rimasto vedovo da un anno. Tra i due nasce un’intensa storia d’amore che li porterà a un subitaneo matrimonio. La coppia si stabilisce a Manderley, nella splendida, solitaria e piuttosto lugubre villa di campagna, nella quale aleggia il fantasma della prima moglie, la cui memoria viene costantemente richiamata dalla subdola e manipolatrice governante, la signora Danvers (Kristin Scott Thomas). Per la seconda signora De Winter comincia un’escalation di angoscia che culmina con il riaffiorare di una barca affondata che contiene il corpo di Rebecca. Maxim viene accusato di omicidio: la donna troverà dentro di sé il coraggio e la lucidità necessari per salvare il suo amore. Diretto dal regista Ben Wheatley, “Rebecca” soffre il confronto con l’illustre precedente dal quale, quasi inevitabilmente, esce sconfitto. Il lavoro in sé è buono, accurato nell’ambientazione, nella scenografia e nei costumi, come pure per la regia pulita e sicura al pari delle interpretazioni, tutte di buon livello, soprattutto quella di Kristin Scott Thomas, che tratteggia efficacemente (ma senza eccessi) la figura dell’algida governante, con il suo psicotico attaccamento a Rebecca. Nel film mancano però la suspense, tensione e coinvolgimento emotivo, tratti ricorrenti nel cinema del “maestro del brivido”, di Hitchcock; l’interpretazione perfetta di Laurence Olivier non trova ancora confronti. Questa nuova versione di “Rebecca”, dunque, parte da buone premesse, ma si arena nello svolgimento, incerto e poco incisivo. Peccato. Dal punto di vista pastorale il film “Rebecca” è da valutare come consigliabile, problematico.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria come riproposta per quanti si accostano per la prima volta al classico della letteratura inglese e magari anche come occasione per (ri)vedere l’illustre precedente.