Orig.: Stati Uniti (2002) - Sogg.: tratto dal romanzo di Thomas Harris - Scenegg.: Ted Tally - Fotogr.(Scope/a colori): Dante Spinotti - Mus.: Danny Elfman - Montagg.: Mark Helfrich - Dur.: 124' - Produz.: Dino De Laurentiis, Martha De Laurentiis.
Interpreti e ruoli
Anthony Hopkins (Hannibal Lecter), Edward Norton (Will Graham), Ralph Fiennes (Francis Dolarhyde), Harvey Keitel (Jack Crawford), Emily Watson (Reba), Mary Louise Parker (Molly Graham), Philip Seymour Hoffmann (Freddy Lounds), Frankie Faison (Barney), Anthony Heald (dott.Chilton)
Soggetto
Investigatore dell'FBI, Will Graham ha acquistato grande notorietà grazie ai numerosi arresti di illustri assassini, tra i quali anche il dottor Hannibal Lecter. Tuttavia la sua capacità di calarsi nella mente dei più perversi serial killer ha messo in pericolo diverse persone, e lui stesso ha più volte rischiato la vita. La conseguenza è che Will si è trasferito con la famiglia in Florida e ha lasciato l'FBI. Quando però si manifesta un nuovo pericolo (un massacratore di famiglie che colpisce le vittime nelle notti di luna piena), il vecchio capo di Will, non trovando nessuno in grado di affrontare l'emergenza, lo convince a rientrare in servizio. Dopo aver studiato le scene dei delitti commessi in città diverse, Will ritiene che l'unica possibilità di catturare il killer sia quella di avvicinare una mente alla stessa maniera geniale e perversa. Questo significa dover di nuovo fare i conti con Hannibal. Will va in carcere per parlare con lui. I colloqui sono difficili e molto tesi. E tuttavia in un clima reciproco di odio e di non voluta ammirazione, Will riesce a risalire alla figura di Francis Dolarhyde, un solitario che si sente simile alla figura del Drago Rosso. Quando sta per essere accerchiato, Francis si rifugia in casa di Reba, una ragazza cieca che sembra avere su di lui un potere sconosciuto. Sentendosi incapace di ucciderla, Francis, dopo aver tenuto in scacco l'FBI e la famiglia di Will, si toglie la vita. La casa di Will va a fuoco. Il killer è stato eliminato, ma in carcere resta vivo Hannibal Lecter.
Valutazione Pastorale
Il copione é tratto dal romanzo che Thomas Harris scrisse nel 1981: pur completando una trilogia insieme a "Il silenzio degli innocenti" (1988) e ad "Hannibal" (1999), sia il libro che il film si collocano prima, ossia rappresentano l'inizio delle vicende del dottor Hannibal Lecter. Detto questo e aggiunto per completezza di informazione che a "Red Dragon" si era già ispirato Michael Mann per il suo "Manhunter-Frammenti di un omicidio", resta che il personaggio Hannibal é stato a sufficienza sviscerato nei due titoli precedenti, e qui mostra la corda di una inevitabile usura. Nonostante l'impegno degli attori (ma Anthony Hopkins dovrebbe sembrare più giovane e invece gli anni in più si vedono tutti), e qualche passaggio all'insegna di una azzeccata tensione, il racconto nell'insieme risulta stiracchiato e portato avanti con poca convinzione. Ne esce un film di genere misto tra dramma, un po' di horror, qualche suspence ma sempre a livello convenzionale e commerciale. Dal punto di vista pastorale, inoltre, certi momenti di condiscendenza verso la perversa genialità del killer inducono ad un atteggiamento prudente e fanno valutare il film come discutibile, e segnato da molte crudezze.
UTILIZZAZIONE: in programmazione ordinaria il film è da utilizzare, tenendo presente l'esigenza di avvertire il pubblico sui contenuti crudi della storia. Da proporre in occasioni mirate, anche con gli altri due appuntamenti della trilogia. Attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.