Sogg.: liberamente ispirato al lavoro teatrale di William Shakespeare - Scenegg.: Ian Mc Kellen, Richard Loncraine - Fotogr.: (scope/a colori) Peter Biziou - Mus.: Trevor Jones - Montagg.: Paul Green - Dur.: 101' - Produz.: Joe Simon, Lisa Katselas Paré, Maria Apodiacos, Stephen Bayly
Interpreti e ruoli
Ian Mc Kellen (Riccardo III), Annette Bening (Regina Elisabet-ta), John Wood (Re Edoardo), Nigel Hawthorne (Clarence), Maggie Smith (Duchessa di York), Jim Carter (Lord Hastings), Jim Broadbent (Duca di Buckingham), Dominic West (Richmond), Kate Steavenson-Payne, Kristin Scott-Thomas, Robert Downey Jr.
Soggetto
In Inghilterra agli inizi del 1930 una sanguinosa guerra civile cul-mina con l'uccisione del re Enrico. Il suo successore Edoardo (marito della regina Elisabetta e padre di due maschietti ed una bambina) ha due fratelli: Clarence e il duca di Gloucester, il deforme Riccardo, che ha studiato un pia-no delittuoso e ambizioso: eliminare Clarence. Edoardo, sconvolto per l'as-sassinio e già malato, muore di infarto. Riccardo, che intanto mira alla reg-genza e poi al trono, si è circondato di una cricca di congiurati (il cinico duca di Buckingham e il Primo Ministro lord Hastings) che gli consentono di uccidere il principe Enrico (figlio di Enrico il defunto re) e il giovane conte Rivers, fratello di Elisabetta. L'erede legittimo è il principe di Galles, il mag-giore dei due figli di Edoardo, ma Riccardo li fa venire entrambi a Londra, li allontana dalla madre relegandoli nella torre del castello e poi li fa strangola-re dal suo sicario di fiducia, James Tyrell. Un gruppo di coraggiosi, capeg-giato dal giovane principe Richmond, si riunisce per ostacolare colui che ormai appare un vero mostro. Con il sostegno del nobile Stanley, del duca di Buckingham, nonché della duchessa di York, madre di Riccardo, che mai ha amato quel figlio deforme, malvagio e spietato. Riccardo, fallitogli il tentati-vo di impalmare la cognata, spera di sposarne la figlia adolescente Elisabetta per rafforzare il proprio potere, ma invano. Frattanto Richmond, con duemila fra soldati e avventurieri Bretoni, si scontra con gli uomini di Riccardo: que-sti si batte energicamente fino alla morte. Richmond, assumendo il nome di Enrico VII, dà inizio alla dinastia dei Tudor.
Valutazione Pastorale
Il film è una metafora che rende attuale e universale la sete smodata di potere di un sovrano del Quattrocento, proposta come se si trattasse del dittatore Adolf Hitler, promotore di metodi e catastrofi a non finire. Non può dunque destare né sorpresa, né irritazione, che duchesse e principesse indossino abiti moderni; che a Londra si spostino in automobili Rolls Royce; che vi siano radio e televisione, come pure che Riccardo pro-nunci la famosa frase (un cavallo in cambio di un regno), in piedi su di una jeep impantanata. Tutto appare innegabilmente attuale e vitale, anche se resta sanguinario negli orrori della trama in se stessa e del suo "tempo storico". Per uno sforzo e per un'ottica intenzionalmente fantastica e visionaria di questo genere, era indispensabile un cast di primissima scelta. Il mostruoso, perverso e brutale personaggio interpretato da Ian Mc Kellen, autentico prin-cipe degli attori di oltremanica, nella sua parte spettacolare, perfettamente truccato (baffetti dittatoriali compresi): un dittatore emblematico per una ascesa al potere (fra bandiere e pennoni rossi griffati di nero) che lo intossica ed esalta; una personalità disturbata, deformato nel fisico ma, alla sua manie-ra, signore dell'inganno, del delitto e del carisma politico. Il film di valore gioca bravamente tra antico e moderno: vi sono spesso violenze, crudezze e dettagli "particolari".