Orig.: Francia (1998) - Sogg. e scenegg.: Dominique Sampiero, Tiffany Tavernier & Betrand Tavernier - Fotogr.(Scope/a colori): Alain Choquart - Mus.: Louise Clavis - Montagg.: Sophie Brunet - Dur.: 113' - Produz.: Alain Sarde & Frederic Bourboulon.
Interpreti e ruoli
Philippe Torreton (Daniel), Maria Pitarresi (Valeria), Nadia Kaci (Samia), Françoise Bette (signora Delacourt), Christine Citti (signora Baudoin), Emmanuelle Bercot (signora Tievaux), Veronique Ataly (signora Lienard), Natalie Becue (Cathy), Sylviane Goudal (Gloria), Christina Crevillen (Sophie), Betty Teboulle . (signora Henry)
Soggetto
Daniel, quaranta anni, é insegnante e direttore di un asilo a Hernaing, cittadina di settemila abitanti con una disoccupazione al 30%. Sensibile e appassionato al lavoro, Daniel tocca con mano ogni giorno le gravi difficoltà di sussitenza delle famiglie e vorrebbe fare qualcosa per ridare fiato e speranza ad una zona di minatori un tempo ricca e tranquilla. La signora Henry, madre dell'alunna Letizia, sviene ubriaca nel giardino della scuola. Quando si rialza, fugge via, dimenticando Letizia e l'altro bambino più piccolo. Daniel decide di riportarli a casa e così verifica le spaventose condizioni di vita di quel nucleo familiare. Cerca allora di mobilitare gli assistenti sociali e altri organismi, ma poco dopo arriva all'asilo un ispettore per verificare il lavoro che sta svolgendo. In seguito Daniel, molto nervoso anche per i rapporti con i genitori e con la donna con cui vive, respinge la signora Henry, la quale si uccide con i figli. Daniel non va ai funerali, ma da quel momento lui e Valeria, la fidanzata, riescono a scalfire il muro di paura della cittadina. Genitori a lui riconoscenti cominciano a prendere posizione. All'asilo si prepara una grande festa. Daniel chiede a Valeria di sposarlo. Sui volti dei bambini, la voce fuori campo dice: "Ci sono cose che non verranno mai cancellate".
Valutazione Pastorale
Crisi sociale in Francia alla fine degli anni Novanta: un quadro contradditorio ma certo difficile, pieno di incognite, forse arrivato così bruscamente da trovare molti impreparati e inerti. Tavernier, che non si é mai tirato indietro di fronte agli aspetti meno gratificanti del proprio Paese, getta lo sguardo su un microcosmo (il piccolo centro), nel quale fa convergere tutte le brucianti problematiche dell'attuale situazione economica francese: la crisi dell'occupazione innanzitutto, con le conseguenze sullo stato delle famiglie, dei rapporti coniugali, della crescita dei figli. L'incertezza determinata dalle carenze delle strutture, la sordità della burocrazia, la difficoltà nel trovare una soluzione si rovesciano sui rapporti interpersonali che da quei problemi vengono condizionati e turbati. Daniel dunque, generoso e insieme insicuro e instabile, é il prototipo della persona che vorrebbe portare qualcosa al cambiamento ma non riesce ad arrivare fino in fondo. Film di denuncia quindi, e, come tale, non esente da qualche caduta di tono: un po' di manicheismo é sempre in agguato e Tavernier non rinuncia a qualche passaggio troppo passionale, eccessivo, detto per creare commozione. Se è vero che avrebbe giovato una maggiore asciuttezza, resta che il film é di valore per la sincerità con cui tocca temi importanti (la tutela dell'infanzia, della famiglia, la necessità di fare scelte di responsabilità) e per il coraggio di dirli anche con qualche ingenuità. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, problematico, e da indicare per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare in molte occasioni (anche scolastiche) per affrontare i tanti temi attuali che propone.