Sogg.: Remi Waterhouse, Michel Fessler, Eric Vicaut - Scenegg.: Remi Waterhouse - Fotogr.: (Scope/a colo-ri) Thierry Abrogast - Mus.: Antoine Duhamel - Montagg.: Joelle Hache -Dur.: 102' - Produz.: Gilles Legrand, Frederic Brillion, Philippe Carcasson-ne
Interpreti e ruoli
Charles Berling (Gregoire Ponceludon De Malavoy), Fanny Ardant (Contessa di Blayac), Bernard Giraudeau (Abate Di Vilecourt), Judith Godreche (Mathilde De Bellegarde), Jean Rochefort (Marchese Di Bellegarde), Bernard Dheran (Monsieur De Montalieri), Urbain Cancelier (Luigi XVI), Jacques Mathou, Carlo Brandt, Albert Delpy, Bruno Zanardi, Marie Pillet, Jacques Roman, Philippe Magnan, Maurice Chevit
Soggetto
A Versailles alla fine del 1700 la corte di Luigi XVI è luogo di intrighi di chi gestisce il potere e di quelli che nutrono la speranza di riuscire ad ottenerlo. Una lunga schiera di postulanti della piccola nobiltà si affolla ogni giorno nelle stanze in attesa di essere ricevuta dal Re. Tra questi arriva Gregoire Ponceludon de Malavoy, nobile di provincia, che vuole chiedere aiuti economici per bonificare le paludi malsane della propria regione. Visto-si respinto, Gregoire cerca di insistere ed è aiutato nell'impresa dal marchese di Bellegarde, che lo prende a ben volere e gli fa conoscere persone influenti. In particolare madame de Blayac, piacente vedova di rango, gli concede mol-ti favori, e Gregoire sta al gioco, anche se nel frattempo si è innamorato di Mathilde, figlia di Bellegarde e promessa in sposa ad un vecchio ricchissimo. L'attesa di Gregoire viene premiata quando il re lo prende nel suo seguito. Sembra allora giunto il momento per ottenere il favore tanto atteso, ma l'ar-rivo della rivoluzione fa crollare tutto. I nobili scappano in Ighilterra, mentre Gregoire rimane e con Mathilde lavora per un nuovo ordine sociale.
Valutazione Pastorale
Il film si giova di una ricostruzione ambientale e d'atmosfera quasi perfette, il dialogo è arguto e si segnala per quella mesco-lanza di fantasia e di freddezza razionale che caratterizzarono il passaggio della società francese ed europea dal prima al dopo rivoluzione. Nel chiuso ambiente della corte, quasi una scena teatrale, si gioca il contrasto tra la sta-bilità e il progresso, tra la conservazione e il cambiamento, il tutto all'inse-gna del motto arguto e del rapporto amoroso come momento di prevalenza e di conquista. Un mondo, appunto, al limite del "ridicolo". Dal punto di vista pastorale, accanto a qualche risvolto un po' leggero e sbrigativo, va segnala-ta positivamente la messa alla berlina di ambienti e personaggi certo non esemplari, accanto all'emergere di un problema umano molto forte, di un'at-tenzione che il film riserva alle fatiche di uomini e donne di fronte ad un mondo dove dominano potere, gelosie, invidia.
Utilizzazione: La serietà complessiva del film, la sua sincerità di fondo ren-dono possibile una utilizzazione anche in programmazione ordinaria, fatta salva l'attenzione per i minori. Certamente opportuno è il ricorso al film in contesti di cineforum, rassegne e quando si voglia riflettere sui rapporti tra società e potere, sul peso della Rivoluzione francese, sull'importanza della parola, sul ruolo del clero nell'Europa tra settecento ed ottocento.