ROGER AND ME (ROGER E IO)

Valutazione
Accettabile-riserve, Realistico
Tematica
Genere
Documentario
Regia
Michael Moore
Durata
91'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
ROGER & ME
Distribuzione
Warner Bros Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Michael Moore
Montaggio
Wendey Stanzler

Sogg. e Scenegg.: Michael Moore - Fotogr.: (panoramica/a colori) Christopher Beaver, Kevin Rafferty - Montagg.: Wendey Stanzler - Dur.: 91' - Produz.: Michael Moore

Soggetto

Michael Moore, ex giornalista nativo di Flint (Michigan) rimase colpito dal decadimento della sua città, dove torna quando, a metà degli anni 80 il presidente della General Motor, Roger Smith, chiuse la grande fabbrica di automobili licenziando 35.000 persone su 150.000 abitanti. Improvvisatosi regista, Moore cerca di fare un'intervista filmata a Smith, persuadendolo a venire a Flint per costatare personalmente lo stato della città, dove le autorità, senza preoccuparsi della disoccupazione, organizzano invece sfilate di reginette di bellezza o manifestazioni canore, oppure cercano assurdamente di creare un centro turistico inutile, sprecando grandi quantità di danaro. Vana è la caccia data da Moore al potentissimo Roger Smith durante tre anni; trascorsi inseguendolo in tutti gli Stati Uniti, senza riuscire mai a parlargli. Intanto drammatiche vicende si svolgono a Flint; il susseguirsi degli sfratti di famiglie di ex operai, che non possono più pagare l'affitto; alcuni disoccupati si arrangiano vendendo il proprio sangue per trasfusioni, o allevano conigli; altri diventano criminali o guardie carcerarie, perché la delinquenza dilaga paurosamente nella città. Ma intanto le ricche signore del posto giocano a golf o a Scarabeo, e la vigilia di Natale, durante un retorico e banale discorso d'occasione pronunciato da Roger Smith alla televisione, a Flint il solito vice sceriffo effettua ancora uno sfratto.

Valutazione Pastorale

regista, soggettista e produttore di questo documentario, Michael Moore ha dimostrato di possedere una caustica ironia e un notevole coraggio, sia trattando un tema molto scomodo, sia procurando il denaro necessario alla realizzazione vendendo la propria casa e organizzando con successo una lotteria. Assistendo a quest'opera divertente, amara ed originale, che tanto scalpore ha destato negli Stati Uniti, si dubita spesso della obbiettività del suo autore, ma non si può non approvarlo quando sostiene che una grande industria, che da' la vita ad una città non dovrebbe decidere di abbandonarla improvvisamente, per seguire le leggi di mercato, badando esclusivamente ai propri guadagni, senza preoccuparsi di quel che accadrà di tanta gente, che col suo lavoro ha portato alla prosperità la fabbrica. In tutto il film viene messa in grande risalto la assoluta indifferenza di Roger Smith per la sorte degli operai licenziati a Flint, e si dimostra che alcune scelte economiche fatte recentemente negli Stati Uniti sono state completamente sbagliate. Particolarmente efficace è la parte finale del film, in cui vengono abilmente contrapposti la reale amarezza dello sfratto effettuato la vigilia di Natale e la vuota retorica del convenzionale discorso natalizio del magnate Roger Smith.

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