Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg. e scenegg.: Tony Gayton - Fotogr.(Normale/a colori): Amir Mokri - Mus.: Thomas Newman - Montagg.: Jim Page - Dur.: 102' - Produz.: Eric La Salle, Frank Darabont.
Interpreti e ruoli
Val Kilmer (Danny Parker/Tom Van Allen), Peter Sarsgaard (Jimmy), Debra Kara Unger (Colette), Anthony La Paglia, Vincent D'Onofrio, Luiz Guzman
Soggetto
"Mi chiamo Tom Van Allen e sono un trombettista". Così comincia la voce fuori campo, e subito dopo in flash back racconta di come è arrivato in quella situazione. Tom fa entrare in casa una certa Colette, che abita nell'appartamento di fronte ed è in fuga da Quincy, il suo compagno. A Colette Tom racconta la terribile circostanza in cui in un locale a Salton Sea irruppero alcuni banditi e fecero fuoco uccidendo tra gli altri anche sua moglie. Da quel momento Tom ha cambiato identità, è diventato Danny Parker ed ha completamente perso fiducia nella vita e nel suo lavoro di poliziotto. Il suo obiettivo è incastrare Morgan e Grassetti, due agenti corrotti della narcotici. Danny si muove avvicinando Domingo, boss del narcotraffico. Le circostanze sono contro di lui, che sembra incastrato, ma riesce a sparare ai due poliziotti e ad ucciderli. Quindi Danny torna a casa. Poco dopo si presenta da lui Quincy, lo minaccia e allora Danny elimina anche lui. La casa ora brucia, e torniamo all'inizio. Danny/Tom suona la tromba. Arriva l'amico Jimmy e lo porta in ospedale.
Valutazione Pastorale
Si tratta di una vicenda di genere 'misto' tra poliziesco e gangster ma con cadenze decisamente sul drammatico. Dopo la prima parte si poteva pensare ad una storia-indagine sul mondo della droga, essendo costruita con buon realismo la presentazione degli effetti crudi che colpiscono sia chi spaccia sia chi usa droga. In seguito invece gli obiettivi cambiano. Il copione passa a poco a poco a privilegiare i toni violenti, il gusto sadico, l'esaltazione del giustiziere. Ne deriva un quadro troppo crudo e compiaciuto, con incongruenze di passaggi ed efferatezze sparse a piene mani. Una violenza morbosa senza ironia, adagiata su un fatalismo nichilista privo di speranza. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inaccettabile, e del tutto violento.
Utilizzazione
é da evitare, sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze.