Orig.: Svezia/Danimarca/Norvegia (2016) - Sogg. e scenegg.: Amanda Kernell - Fotogr.(Panoramica/a col.): Sophia Olsson - Mus.: Kristian Eides Andersen - Montagg.: Anders Skov - Dur.: 117' - Produz.: Nordisk Film Production in coproduzione con Oskar Ostergren, Bautafilm AB - 13^ EDIZIONE GIORNATE DEGLI AUTORI VENICE DAYS (VENEZIA 2016): PREMIO LABEL EUROPA CINEMA E PREMIO FEDEORA AD AMANDA KERNELL COME MIGLIOR REGISTA ESORDIENTE.
Interpreti e ruoli
Lene Cecilia Sparrok (Elle Maja), Mia Erika Sparrok (Njenna), Maj Doris Rimpi (Elle Marja anziana), Olle Sarri (Olle), Hanna Alstrom (insegnante), Malin Crepin (Elise), Andreas Kundler (Gustav), Julius Fleischanderl (Niklas), Lilie Sparrok (Aahkka), Ylva Gustafsson (Laevie), Anna Sofie Bull Kuhmunen (Anna Stina), Tom Kappfjell (Aajja), Beata Cavallin (Hedda), Jonar Thomasson . (Jon Olov)
Soggetto
Nata e cresciuta all'interno della comunità Sami (i nativi dell'estremo nord svedese), la 14enne Elle Marja sente forte il bisogno di vivere una vita diversa e in un ambiente più vivace. Così, desiderosa di studiare, cerca di entrare in una scuola ad Upsala...
Valutazione Pastorale
Nata nel 1986, Amanda Kernell è all'opera prima. Esordisce con una vicenda aspra, con il ritratto di una adolescente in un momento di crescita difficile e tormentato anche per la perdita del padre. Chiusa in un ambiente ostile, piccolo e dagli orizzonti limitati, scoraggiata dalla propria maestra nel proposito di studiare per dedicarsi all'insegnamento, la giovane Elle Marja conosce Niklas, al quale prova a chiedere attenzione e conforto. La speranza in realtà svanisce, e quando la scuola le chiede il pagamento di una tassa, Elle Marja deve fare ricorso all'aiuto della mamma, che dopo una iniziale avversione, la soccorre grazie alla vendita di un prezioso oggetto del padre. Il copione è aperto e chiuso da Elle Marja, oggi anziana insegante in pensione, che ricorda il passato. Terreno pericoloso quello dei ricordi, dove una ragazza si avventura per cercare di capire meglio quello che è successo. Ma le zone buie prevalgono, al pari di una regia che fa ampio uso di silenzi e di una fotografia quasi sempre in controluce. Dialogo e immagini lavorano in sottrazione. Il ritmo si affida ad una calma dentro la quale sembra pronta ad esplodere la tempesta. Invece misura e tranquillità hanno la meglio. L'incontro con la comunità Sami diventa una preziosa occasione per saperne di più su una popolazione talmente periferica da sembrare inesistente. Opportuni i premi assegnati al film a Venezia 2016. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come occasione di proposta di un cinema di conoscenza, filosofico e antropologico.