Interpreti e ruoli
Margaret Qualley (Rebecca), Christopher Abbott (Hal Porterfield)
Soggetto
Hal Porterfield sta per diventare l’amministratore delegato di una catena di alberghi di lusso. Nella suite di uno di questi riceve Rebecca, misteriosa e aggressiva, chiamata a verificarne le abitudini di vita. Ben presto, però, si scopre che la donna in realtà è una “dominatrice” assunta dallo stesso Hal per testare la propria tenuta psicologica.
Valutazione Pastorale
Passato alla XVII Festa del Cinema di Roma (in concorso nella sezione Progressive Cinema – Visioni per il mondo di domani) “Sanctuary - Lui fa il gioco, lei fa le regole" è il secondo lungometraggio de regista americano Zachary Wigon, che ha esordito nel 2014 con “The Heart Machine”. È un thriller psicologico costruito in un unico spazio, un unico intervallo di tempo e con due protagonisti. La storia. Hal Porterfield (Christopher Abbott) sta per diventare l’amministratore delegato di una catena di alberghi di lusso. Nella suite di uno di questi riceve Rebecca (Margaret Qualley), misteriosa e aggressiva, chiamata a verificarne le abitudini di vita. Ben presto, però, si scopre che la donna in realtà è una “dominatrice” assunta dallo stesso Hal per testare la propria tenuta psicologica. Comincia così una lotta serrata, fatta di capovolgimenti psicologici, colpi di scena e cambiamenti continui del rapporto di forza tra i due, “cliente e padrone”, che non cessano neanche quando Hal pronuncia la safe word, la parola di sicurezza che interrompe il gioco: Sanctuary. Violenze psicologiche, ricatti, revenge porn, minacce, umiliazioni, regressioni e anche scontro tra classi sociali: Hal si trova a capo di un impero che non ha contribuito a costruire, catapultato in un mondo che non gli appartiene, in un ruolo che fatica ad accettare e per il quale non si sente adeguato. Rebecca, invece, avida e implacabile, ha messo da parte la sua laurea in Economia e ha trovato il modo, questo modo, per guadagnarsi da vivere.
“Sanctuary - Lui fa il gioco, lei fa le regole" è un film claustrofobico, quasi irritante, costruito sulla performance davvero impressionante di Margaret Qualley (carriera cominciata con un piccolo ruolo in “C'era una volta a... Hollywood” di Quentin Tarantino, 2019, seguita, nel 2020 con “Un anno con Salinger” di Philippe Falardeau) a cui lo sceneggiatore, Micah Bloomberg, affida il controllo totale del gioco (e del film). Una, nessuna e centomila, per dirla con Pirandello, capace di offuscare la pur valida performance di Christopher Abbott (“Il mondo che verrà” 2020). Urla, risate, musica a tutto volume, oggetti distrutti, scene di sesso e dialoghi serrati avvolgono lo spettatore trascinandolo in una spirale che lo riporta, emotivamente, sempre al punto di partenza. Alla lunga il gioco rischia di stancare. Per fortuna, in zona tempi supplementari, arriva il colpo di scena finale che dona senso e spessore alla storia. “Sanctuary - Lui fa il gioco, lei fa le regole" risulta complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, adatto a un pubblico adulto.