SANGUE La morte non esiste

Valutazione
Inaccettabile, negativo
Tematica
Droga, Famiglia - fratelli sorelle, Giovani
Genere
Drammatico
Regia
Libero De Rienzo
Durata
104'
Anno di uscita
2006
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Mikado Film
Musiche
Giardini di Mirò
Montaggio
Libero Di Rienzo

Orig.: Italia (2005) - Sogg. e scenegg.: Libero De Rienzo - Fotogr.(Scope/a colori): Francesco Di Giacomo - Mus.: Giardini di Mirò - Montagg.: Libero Di Rienzo - Dur.: 104' - Produz.: Roberto Buttafarro, Valentina Pozzi & L.D.R.

Interpreti e ruoli

Elio Germano (Iuri), Emanuela Barilozzi (Stella), Luca Lionello (Bruno), Libero De Rienzo (Adriano)

Soggetto

La giovane Stella ha un biglietto aereo per andare negli Stati Uniti a studiare danza. Aspetta di esserne convinta, e intanto stuzzica Iuri, suo fratellastro, che vive in grande loft pieno di libri e di disordine. Mentre si scambiano gesti affettuosi e scherzi crudeli, i due passano attraverso una rivendita di hashish, la casa di una pusher dal sangue blù, un museo d'arte contemporanea, un rave party, un posto di blocco. Qui fuggono sull'auto della polizia, vengono inseguiti e si rifugiano in una chiesa di campagna, dove si sta per celebrare un funerale. Di fronte all'irruzione, il parroco accusa il colpo e muore. Allora Iuri si sostituisce a lui, celebra la messa e si lancia un discorso conclusivo in cui incita i presenti a ribellarsi alla chiesa e alla religione. La corsa di Iuri, Stella, Bruno é ormai alla conclusione.

Valutazione Pastorale

Nella parte finale del suo delirante intervento, il finto sacerdote Iuri, dall'altare e rivolgendosi al Santissimo, dice: " Lo crocifiggiamo ogni domenica quando veniamo qui a pregare". Esemplare conclusione di un racconto che, nel tentativo di voler essere a tutti i costi sgrammaticato, anarcoide, provocatorio, finisce per cadere nell'autocompiacimento di una scrittura così maldestramente 'sporca' da risultare del tutto afona. De Rienzo, attore e qui esordiente regista, cerca di recuperare il taglio sperimentale di certo cinema anni '70, girando le immagini come se fossero il delirio di 'trip' anni '70: ma fallendo su tutta la linea. Il tono 'rivoluzionario' giunge ormai fuori tempo, la ribellione alla cultura dominante mostra la corda del vuoto di idee, e l'invettiva finale all'altare brilla solo per conformismo e velleitarismo. Il film dunque, dal punto di vista pastorale, é da valutare come inaccettabile e sostanzialmente negativo.
UTILIZZAZIONE: é da evitare sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze. Molta attenzione é da tenere per i minori in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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