Sogg. e Scenegg.: Kevin Wil-liamson - Fotogr.: (Scope/a colori) Mark Irwin - Mus.: Marco Beltrami -Montagg.: Patrick Lussier - Dur.: 110' - Produz.: Cary Woods, Cathy Kon-rad, Marianne Maddalena Vietato ai minori degli anni quattordici
Interpreti e ruoli
David Arquette (Dewey Riley), Drew Barrymore (Casey Backer), Neve Campbell (Sidney Prescott), Courteney Cox (Gale Weathers), Jamie Kennedy (Randy), Matthew Lillard (Stuart), Rose Mc Gowan (Tatum Reilly), W. Earl Brown, Joseph Whipp, Liev Schreiber
Soggetto
In una cittadina americana si aggira un pericoloso serial killer che agisce coperto con una maschera da fantasma dell'opera. La prima vittima è la giovane Casey, che si trovava sola a casa e viene raggiunta dopo che l'as-sassino ha avuto con lei un colloquio telefonico. La sua compagna di liceo Sidney, la cui madre è stata assassinata un anno prima, rimane sola a casa, perchè il padre va via per lavoro, ed è incoraggiata dal suo ragazzo Billy a trasferirsi a casa dell'amica Tatum. Gli amici di Billy, Stu e Randy, sono appassionati del cinema horror e vivono gli avvenimenti come un motivo in più per divertirsi ed organizzare serate in cui si mescolano paura, birra, tenta-tivi di conquiste sentimentali. Ma dopo un po' realtà e finzione si confondo-no troppo, il killer continua ad imperversare, e i sospetti aumentano. Arriva in città la giornalista televisiva Gale che affascina lo sceriffo Dewey, fratello maggiore di Tatum e viene aiutata ad indagare. Nel corso di una festa a casa di Sidney, il killer si infiltra e comincia a fare vittime. Solo dopo lunghi momenti di terrore, la ragazza riuscirà a fermare la furia omicida del killer.
Valutazione Pastorale
si tratta di un film con molte caratteristiche del genere horror sulle quali, a mano a mano che il racconto procede, prevale un senso forte del grottesco. I temi infatti sono incisivi e interessanti: la storia infatti mette a fuoco la cinefilia di certa fascia giovanile che, con l'uso repli-cato della videocassetta, consuma l'horror come 'normalità quotidiana', pun-ta il dito sulle cattive possibilità della tecnologia, diventa metafora della spesso nefasta influenza che i mass-media (anche il giornalismo) hanno sui giovani. La continua alternanza tra realtà e finzione, il confondere cinema e vita, il citare altri film come modelli di comportamento sono tutti elementi che, dal punto di vista pastorale, inducono a non rifiutare il film ma a cercare di vederlo, pur tra molte violenze visive, come proposta di un amaro quadro sociale sul vuoto di certi atteggiamenti e sulle conseguenze negative che pro-duce l'assenza di valori autentici.
Utilizzazione: condito da molte scene in cui scorre sangue misto ad umori-smo e paure finte e vere, il film è ovviamente da utilizzare con molta cautela in programmazione ordinaria. Più opportuno utilizzarlo in contesti più ristretti e motivati, dove sia possibile inquadrare la storia nelle sue molte suggestioni e in modo utile e corretto.