Orig.: Stati Uniti (2000) - Sogg.: Kevin Williamson - Scenegg.: Ehren Kruger - Fotogr.(Scope/a colori): Peter Deming - Mus.: Marco Beltrami - Montagg.: Patrick Lussier - Dur.: 117' - Produz.: Craven-Maddalena Films, Dimension Films, Konrad Pictures.
Interpreti e ruoli
Neve Campbell (Sidney Prescott), Patrick Arquette (Linus), Courteny Cox Arquette (Gail Weathers), Parker Posey (Jennifer), Patrick Dempsey, Scott Foley, Lance Henriksen, Matt Keslar, Carrie Fisher, Roger Corman
Soggetto
Su un set di Hollywood si sta girando "Stab 3-Ritorno a Woodsboro", un thriller destinato a svelare gli scottanti interrogativi riguardanti gli avvenimenti che hanno insanguinato Woodsboro e che continuano ad ossessionare Sidney Prescott. Lasciato il Windsor College, la ragazza si è stabilita in solitudine nel nord della California, isolata dal resto del mondo. Intanto, sotto la direzione del trentenne regista Roman, il set comincia ad essere luogo di incontro di troppe persone. La giovane attrice Jennifer interpreta il ruolo di Gail Weathers, la quale in carne ed ossa si aggira nello studio, decisa a scoprire qualche novità clamorosa. Tyson Fox interpreta il venditore di videocassette. Dewey ha lasciato Woodsboro per lavorare come consulente tecnico, e il suo ruolo é interpretato da Tom Prinze, un 'bello' di Hollywood. Ancora di più gli occhi sono puntati su Angelina Tyler, esordiente scelta per interpretare il ruolo di Sidney. All'improvviso si verifica il primo omicidio, e la paura comincia a farsi strada sul set. Ne seguono un secondo e un terzo nell'ordine in cui sono previsti dalla sceneggiatura. La voce misteriosa mascherata che accompagna gli omicidi minaccia anche Sidney, che a questo punto lascia il proprio isolamento e arriva sul set. Qui però gli incontri si ripetono, e l'omicida dice a Sidney se vuole sapere che ha ucciso anni prima sua madre. Dopo fughe, inseguimenti, e molto terrore, l'assassino viene costretto a smascherarsi: é Roman, regista del film ma anche fratello di Sidney a suo tempo respinto dalla mamma Maureen. Roman sembra morto, si riprende, Sidney lo pugnala, infine Linus gli spara alla testa. Quest'ultimo ora può chiedere a Gail di sposarlo.
Valutazione Pastorale
Il terzo incontro con il microcosmo di Scream si propone non tanto come una continuazione dei primi due, ma come una 'fusione', una sovrapposizione di immagini e di contenuto delle puntate precedenti: la 'finzione' dovrebbe ora sfociare nell'incontro con la 'verità' (il set) che sta procedendo a creare una nuova 'invenzione'. Il film quindi, ossia il cinema nel suo farsi e divenire, nel suo nascere giorno per giorno, diventa il vero protagonista: luogo per eccellenza dove Hollywood fa procedere fianco a fianco colpevoli e innocenti, rimescolando i ruoli in un gioco di specchi tanto abile quanto spesso cinico e distaccato. Qui Craven governa benissimo i meccanismi di interscambio tra la paura (vera) e l'idea di paura (finta), denunciando i limiti di quel cinema che vuole solo aggredire lo spettatore e insieme costruendo una struttura ad incastro, nella quale l'attesa per la scoperta del colpevole va di pari passo con una ironia scoperta e costante. Certo la violenza non manca, ed é nell'ottica di una possibile, non immediata comprensione che il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare con una certa prudenza: discutibile, perché l'impianto intelligente della storia si accompagna tuttavia a momenti qua e là sopra le righe. Da ricordare che la valutazione é la stessa del precedente "Scream 2" (vedi), la cui scheda può essere consultata per avere ulteriori inormazioni sulla 'serie'.
UTILIZZAZIONE: per quanto detto sopra, il film, pur in generale programmabile, é da non rivolgere ad un pubblico più sensibile o comunque meno interessato ai temi ricordati prima (cinema nel cinema, il 'doppio' dell'immagine, rapporto 'realtà/finzione'...).