Orig.: Spagna (2002) - Sogg.: tratto dal romanzo "The pact of the fathers" di Ramsey Campbell - Scenegg.: Fernando Marias, Paco Plaza - Fotogr.(Panoramica/a colori): Pablo Rosso - Mus.: Mikel Salas - Montagg.: José Ramon Lorenzo - Dur.: 93' - Produz.: Julio Fernandez, Joan Ginard.
Interpreti e ruoli
Erica Prior (Daniella), Trae Huolihan (Chrystinne), Craig Hill (Teddy Logan), Dennis Rafter . (Simon Hasting)
Soggetto
Theodore Logan si uccide sparandosi un colpo alla testa. Trattandosi di un suicidio all'apparenza inspiegabile, la giovane figlia Daniella si mette ad indagare. Va in manicomio a trovare la mamma, che riesce solo a pronunciare il nome Josephine per lei sconosciuto. Anche l'ispettore Potts è al lavoro, anzi è sulla pista di un certo Toby Harris, che anni prima era stato condannato per l'omicidio della moglie e ora faceva lavoretti per il morto. Da un sacerdote Daniella apprende poi dell'esistenza degli abramiti, un'antica setta dedita a mantenere la tradizione che vuole la soppressione del primogenito di una coppia. In seguito Toby rivela alla ragazza di essere suo padre,e che lei era stata sottratta da Theodore, adepto del gruppo. Frequentando il medico e altri amici di famiglia, Daniella riesce a ricostruire i fatti. La prima gravidanza della madre non era andata a buon fine. Theodore allora aveva sottratto la neonata a Toby per farla passare come primogenita e eliminarla. Poi era nata Daniella, e lui era stato travolto dal rimorso per l'uccisione della prima piccola. Ora che ha capito tutto e decide di andare dalla polizia, Daniella viene bloccata dai membri del gruppo. Il figlio neonato di Christie, amica di Daniella, viene ucciso secondo il rito, ma lei ne viene incolpata. Ed eccola in manicomio, dove era già passata la madre.
Valutazione Pastorale
Con intenzioni per niente nascoste, il racconto vuole rimestare in un ambiente dove i simboli religiosi scivolano verso una ritualità abnorme fuori dal tempo. Gli eccessi, narrativi e visivi, tolgono qualunque possibilità di confronto: prevale lo spazio dato a sacrifici umani, prevaricazioni, violenze fisiche e psicologiche. Preoccupandosi solo di effettacci da pugno nello stomaco, il copione lascia intravedere anche sprazzi di denuncia di questi deliranti gruppi pseudo-religiosi. Qua e là la setta è deprecata ma infine vista come fatale, inevitabile: il cerchio non si spezza, la vita di neonati sarà ancora sacrificata perchè così deve essere. Nessuna riflessione su questi satanismi (che purtroppo esistono) a favore invece di una sfilza di emotività inutili e sconclusionate. Il tema della distinzione tra fanatismo da un lato e una serena religiosità fonte di vita e di carità dall'altro è troppo delicato per prestarsi ad equivoci. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inaccettabile, e nell'insieme fuorviante.
UTILIZZAZIONE: il film è da escludere sia dalla programmazione ordinaria sia da altri tipi di proposte. Molta attenzione é da tenere per i minori in vista di passaggi televisivi.