Orig.: Cina (2005) - Sogg. e scenegg.: Wang Xiaoshuai - Fotogr.(Panoramica/a colori): Wu Di - Mus.: Zhang Wu - Montagg.: Yang Hongyu -Dur.: 123' - Produz.: Li Pi.
Interpreti e ruoli
Gao YuanYuan (Hong Qing), Li Bin (Xiao Gen), Wang Xueyang (Zhen Xiao), Yan Anlian . (Zemin Wu)
Soggetto
In una remota regione della Cina nel 1983 una ragazza di 19 anni subisce i continui rimproveri del padre che la ritiene poco dedita allo studio e a prepararsi per il futuro. L'uomo è giunto in quella zona insieme alla famiglia, obbedendo alle direttive del partito di trasferirsi in territori poveri per favorirne lo sviluppo. La durezza della vita e la nostaglia della città lo inducono dopo tanti anni a cercare di tornare nella natia Shanghai. Mentre varie vicissitudini coinvolgono la figlia, (la sua migliore amica e alcuni ragazzi locali movimentano le giornate), il cerchio della repressione si fa più stringente. Chi ha disubbidito alle direttive del partito circa i modi di comportarsi e di atteggiarsi viene arrestato e condannato a morte. Una mattina, di nascosto, su un camion di fortuna, il padre con la moglie e le due figlie si apprestano a lasciare il paese per tornare a Shaghai. Mentre si allontanano, un'altoparlante annuncia che le condanne a morte verranno subito eseguite.
Valutazione Pastorale
All'inizio degli anni Ottanta la famiglia di Wang Xiaoshuai fu in effetti costretta a lasciare Shanghai e a trasferirsi sui monti Guizhou. L'obiettivo era quello di rendere più popolose le zone e di preparare una linea offensiva antisovietica in caso di attacco o di guerra. Pagine di memoria quindi recuperate dal regista con bella capacità evocativa e restituite in una dimensione di grande misura e sensibilità. In effetti l'autore, senza nulla negare dei metodi autoritari in atto in quei luoghi e in quegli anni, é soprattutto attento a delineare le psicologie dei personaggi, a raffigurarne gli umori, a farne emergere l'umanità. A Wang interessa capire, comprendere, stare dalla parte di chi vive la dura realtà quotidiana, del cittadino vittima incolpevole degli spietati meccanismi del potere. Così il racconto si fa denuncia, precisa e accorata senza urlare né sbraitare. Una cronaca anche poetica, di spessore e qualità, secondo la lezione del neorealismo italiano che Wang dimostra di avere ancora voglia di seguire. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, problematico e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, più utilmente, proposto in situazioni mirate per avviare riflessioni sui molti temi che propone (la Cina, città/campagna, cittadino/potere, la donna...).