Sogg. e scenegg.: John Cas-savetes - Fotogr.: (Scope/a colori) Thierry Arbogast - Mus.: Joseph Vitarelli - Montagg.: Petra Von Oelffen - Dur.: 97' - Produz.: Rene Cleitman
Interpreti e ruoli
Sean Penn (Eddie Quinn), Robin Wright Penn (Maureen Murphy Quinn), John Travolta (Joey Giamonti), Gena Rowlands (Miss Green), Harry Dean Stanton (Shorty), Beby Mazar (Georgie), James Gandolfini (Kiefer), David Thornton, Kelsey Mulrooney, Susan Traylor, Lester Mathews, Nina Barry, Burt Young, Chloe Webb
Soggetto
Eddie e Maureen si amano alla follia. Sono ubriachi, instabili e stanno per avere un bambino. Ma Eddie ogni tanto scompare ed ora, dopo tre giorni, Maureen non sa dove cercarlo. Mentre è sola, Maureen passa la notte a bere col suo vicino Kiefer, che poi prova a metterle mani addosso, lei si ribella, rimane ferita, poi Eddie riappare e lei le fa credere di essere caduta. Ma il giorno dopo Eddie ha una nuova crisi, in un bar comincia a parlare senza senso e, quando arrivano gli infermieri del reparto malattie mentali, spara e ne uccide uno. Passano dieci anni, Eddie, dopo un colloquio con un'assistente sociale, viene dichiarato guarito ed esce dal carcere. Maureen nel frattempo si è sposata con Joey ed ha tre figli, incluso quello di Eddie. Maureen vuole rivedere Eddie, Joey lo va a trovare e lo invita a cena a casa. Eddie si presenta con un amico, cerca di controllarsi ma poi afferma di voler portare via Maureen. Eddie e Joey litigano aspramente, ma alla fine Maureen accetta e va via con Eddie, di cui è ancora innamorata. Joey rimane con i bambini a guardare la macchina che si allontana.
Valutazione Pastorale
si tratta di un film frammentario e contraddittorio. Ci si muove su uno sfondo realistico ma la sceneggiatura ha toni quasi favo-listici, si affronta il problema delle malattie mentali (e delle strutture chiama-te a curarle) e poi si dà grande spazio, con accenti quasi melodrammatici, all'amore come momento irrazionale, trasgressivo e totalizzante della vita, si tocca il tema della famiglia e poi si riservano alla figlia più grandicella inter-venti inopportuni e fuori posto. Film a doppia faccia, dunque, anche dal pun-to di vista pastorale. Irritante in quella continua voglia di stupire, scioccare, provocare con paradossi, ma interessante per come scava nei meccanismi psicologici, per la possibilità che offre di riflettere su certi rapporti che supe-rano anche difficoltà grosse e ostacoli culturali e sociali.
Utilizzazione: il film è crudo quanto a scene e linguaggio, e l'utilizzo in pro-grammazione ordinaria è da verificare con cautela. In altre circostanze è invece da utilizzare con attenzione, come racconto che mette insieme i due livelli del realismo e dell'antirealismo, per riflettere su una certa condizione umana difficile da ascoltare e comprendere.