Orig.: Italia (2015) - Sogg. e scenegg.: Duccio Chiarini, Ottavia Madeddu, Marco Pettenello con la collaborazione di Miroslav Mandic - Fotogr.(Panoramica/a colori): Baris Ozbicer - Mus.: Woodpigeon - Montagg.: Roberto Di Tanna - Dur.: 86' - Produz.: Biennale College Cinema, Duccio Chiarini e Babak Jalali per La Regle du Jeu.
Interpreti e ruoli
Matteo Creatini (Edoardo), Francesca Agostini (Bianca), Nicola Nocchi (Arturo), Miriana Raschillà (Elisabetta), Bianca Ceravolo (Olivia), Bianca Nappi (Daniela), Michele Crestacci (Roberto), Francesco Acquaroli (dottore), Crisula Stafida (Pamela), Anna Ferzetti (Anna), Lisa Granuzzo di Vita . (Lara)
Soggetto
Edoardo, 17 anni, fin da piccolo soffre di una malformazione al prepuzio che lo rende timido e insicuro con le ragazze. Il medico gli consiglia di operarsi ma lui, impaurito, si rifiuta e non dice niente ai genitori. E' estate e tutto sembra girare intorno all'identico argomento del primo rapporto sessuale. Edoardo ha una simpatia per Bianca, la vicina di casa arrivata come ogni anni da Milano, e casualmente conosce Elisabetta, cantante in un gruppo locale. Tra le due donne, Edoardo accetta di mettersi in gioco, vincendo incertezze e timori. Infine, dopo essersi operato, prende il treno per Parigi, dove lo aspetta Bianca.
Valutazione Pastorale
Nato e cresciuto a Firenze, Duccio Chiarini studia cinema alla London Film School, gita numerosi cm e arriva all'opera prima con questo "Short Skin", realizzato nell'ambito dei progetti promossi dalla Biennale College Cinema. "L'idea -dice- è quella di raccontare la fragilità e le debolezze del sesso maschile, troppo spesso rappresentato facendo solo riferimento agli stereotipi del machismo". Così intorno ad Edoardo si muove un gruppo di personaggi secondari "che lo aiutano a prendere consapevolezza della complessità delle relazioni umane soprattutto quando hanno a che fare con il sesso". Mostrando la giusta conoscenza degli argomenti che affronta, Chiarini dipinge un quadro denso di umori veri e di sapori tra umorismo e goliardia. L'imbarazzo di Edoardo guida tra timori e baldanza la ricerca della crescita, la voglia di conquistarsi un posto preciso e condiviso. C'è, ancora, il recupero di quella 'toscanità' già centrale nel quasi contemporaneo "Fino a qui tutto bene" di Rohan Johnson. E c'è, forte, la presenza del mare, come elemento che spinge ad emergere sentimenti e affetti, provoca scherzi, ironie, toni da umorismo incontrollato e beffardo. Il copione diventa una sorta di diario svagato e provocatorio, una fiaba dove il vero è più importante dell'inventato. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e in prevalenza brillante.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria come ritratto di incertezze e timori di una fascia di giovani nella realtà contemporanea. Ritratto talvolta un po' sopra le righe ma sempre motivato e credibile.