Orig.: Stati Uniti (2010) - Sogg.: tratto dal romanzo "L'isola della paura" di Dennis Lehane - Scenegg.: Laeta Kalogridis - Fotogr.(Scope/a colori): Robert Richardson - Mus.: Robbie Robertson, Jennifer L. Dunnington - Montagg.: Thelma Schoonmaker - Dur.: 138' - Produz.: Martin Scorsese, Arnold Messer, Mike Medavoy, Brad Fischer.
Interpreti e ruoli
Leonardo Di Caprio (Teddy Daniels), Mark Ruffaklo (Chuck Aule), Ben Kingsley (dott. John Cawley), Michelle Williams (Dolores Chanal), Emily Mortimer (Rachel Solando 1), Patricia Clarkson (Rachel Solando 2), Max Von Sydow (dott. Jeremiah Naehring), Jackie Earle Haley (George Noyce), Elias Koteas (Andrew Laeddis)
Soggetto
Stati Unit, 1954. L'agente FBI Teddy Daniels e il suo nuovo compagno di squadra Chuck arrivano sull'isola fortezza Shutter Island, sede di un manicomio criminale, con il compito di indagare sulla scomparsa di una detenuta pluriomicida fuggita da una cella blindata. Sul finire della guerra, Teddy ha partecipato a Dachau al massacro di soldati tedeschi ad opera degli americani, e in seguito sua moglie ha ucciso i loro tre figli piccoli...
Valutazione Pastorale
Il punto di partenza é il romanzo di Dennis Lehane, scrittore al quale si era già rivolto Clint Eastwood per "Mystic River". Un racconto sulla perdita, il trauma, la malattia mentale: temi che, a ben vedere, popolano da sempre la filmografia di Scorsese, eppure qui affrontati con un sovrappiù di disperazione e angoscia. Se il copione si muove sullo sfondo delle paure e delle paranoie dei primi ammi '50 (il ricordo, ancora vivo, della guerra e dei campi di stermino nazisti; la guerra fredda e il 'pericolo' comunista; la libertà minacciata da fuori e dall'interno), nel dipanarsi degli agghiaccianti sensi di colpa il regista costruisce una inesorabile discesa nell'inferno degli esclusi, un labirinto senza uscita dalla morsa dell'ineluttabile rimorso. Le colpe pubbliche della Storia e quelle private dell'individuo si avviluppano in un instricabile muro psicologico che annulla la ragione e lascia spazio solo alla follia. Il regista va alle radici della violenza, e qui senza quella scappatoia, quello spiraglio di luce che si respirava nel tono di parabola di "Toro scatenato". Un'implacabile denuncia del male per un film che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come complesso, e certamente problematico.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, ricordando il divieto ai minori di 14 anni. La materia, forte e intensa, consiglia attenzione per un pubblico più emozionabile, e, in seguito, impone cautela in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.