Orig.: Italia (2014) - Sogg. e scenegg.: Alessandro Siani, Gianluca Ansanelli, Tito Buffulini - Fotogr.(Scope/a colori): Paolo Carnera - Mus.: Umberto Scipione - Montagg.: Valentina Mariani - Dur.: 110' - Produz.: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz per Cattleya con RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Alessandro Siani (Fulvio), Fabio De Luigi (Don Germano), Ana Caterina Morariu (Chiara), Serena Autieri (Adele), Giovanni Esposito (Vittorio), Giacomo Rizzo (Carmine), Maria Del Monte (Ottavia), Paolo Triestino (commissione vaticana), Benedetto Casillo (Figaro il barbiere), Massimiliano Gallo (Damiano), Mimmo Manfredi (Franco il vigile), Camillo Milli (cardinale), Laura Iannone . (Giulia)
Soggetto
Dopo aver licenziato nel ruolo di tagliatore di teste molte persone all'interno di una multinazionale, Fulvio subisce all'improvviso lo stesso trattamento. Reagisce in maniera scomposta ed è mandato a scontare un mese di servizi sociali nel domicilio del fratello don Germano, parroco in un piccolo borgo del sud Italia. La parrocchia versa in condizioni precarie, e, per risollevare le sorti, Fulvio si inventa un 'miracolo'. Lo stratagemma sembra funzionare, il paese si ripopola e molti fedeli lasciano offerte generose. Quando la voce si sparge, da Roma arriva una commissione vaticana incaricata delle verifiche. Fulvio deve confessare il trucco al fratello, che cerca di rimediare al meglio possibile. Ma ormai la frittata è fatta...
Valutazione Pastorale
Dopo "Il Principe abusivo", questa seconda regia di Siani non esce da steccati espressivi e narrativi ormai collaudati. L'espediente dei 'servizi sociali' serve a far avvicinare Fulvio e don Germano. Ma qui nascono le domande: sono credibili due fratelli così differenti (Siani e De Luigi) più una sorella (Serena Autieri)spaesata e totalmente di contorno e possono reggere quasi due ore di un racconto di esagerata fragilità, appoggiato su un umorismo e su uno scenario entrambi dai sapori anni Cinquanta? Sembra di essere (rimasti) dentro "Pane, amore e fantasia", naturalmente senza il sapore di novità che quel titolo rappresentava. Lo scenario incentrato sul passato fa gioco agli atteggiamenti furbeschi e malandrini di Siani, che non rinuncia a ripetere mosse, cadenze, gestualità del compianto Troisi. Nel coro variegato che lo circonda abbondano ammiccamenti vari, atteggiamenti buonisti dei bambini, prevedibili cortesie e facili citazioni cinefile (la non vedente da Chaplin...). Insomma non si va al di là di un umorismo manierato e prevedibile. E il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, segnato da superficialità varie.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e in successive occasioni come commedia italiana garbata ma non del tutto riuscita.