Orig.: Stati Uniti (1999) - Sogg. e scenegg.: Trey Parker & Matt Stone, Pam Brady - Mus.: Trey Parker - Montagg.: John Venzon - Dur.: 80' - Produz.: Scott Rudin. - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.
Soggetto
Nella cittadina americana di South Park, in un cinema si proietta un film tratto da una serie televisiva molto popolare con protagonisti i due comici Trombino e Pompadour. Il film é vietato ai minori non accompagnati, e così quattro adolescenti fanno comprare i biglietti ad un barbone, entrano, vedono lo spettacolo improntato a volgarità più o meno esplicite, ed escono un po' confusi un po' incuriositi dalla possibilità di verificare gli effetti reali di quello che hanno appena visto. Così, soprattutto a scuola, pronunciano inattesi turpiloqui e si danno a gesti strani. In seguito ad uno di questi, Kenny, uno dei bambini, muore e va all'inferno. I genitori, preoccupati dal dilagare della volgarità, individuano nel Canada, terra d'origine dei due comici, il colpevole di tutto. Mentre i due vengono arrestati, gli Stati Uniti dichiarano guerra al Canada, e il Movimento MAC (Mothers against Canada) attiva un chip che punzecchia il bambino quando dice una parolaccia. Le ostilità vanno avanti in un crescendo inarrestabile. Dall'inferno il diavolo esulta insieme all'amico Saddam Hussein perché vede il Male vicino al trionfo. Trombino e Pompadour sono sulla sedia elettrica. Terribili violenze si succedono, di fronte alle quali Wendy, una delle madri, capisce che è stata presa la strada sbagliata. Mentre le armi cominciano a tacere, il diavolo elimina Saddam, che voleva diventare il padrone del mondo, e poi torna all'inferno. A South Park adesso c'è più calma, e la vita riprende a scorrere come prima.
Valutazione Pastorale
Sotto il profilo informativo, va detto che si tratta del primo lungometraggio prodotto per il cinema tratto dalla serie televisiva in onda anche in Italia dal gennaio 2000 e rivolta ad un pubblico adulto. Ci sarebbe già in questo una contraddizione, perché protagonista della storia è un gruppo di bambini evidentemente calati in situazioni fuori dalla loro età. "Rischioso e incisivo" ha definito il film una rivista americana. i due aggettivi sembrano azzeccati. E' incisiva la satira a tutto campo che la storia propone e che diventa denuncia delle tante zone d'ombra che ancora attraversano la società occidentale: l'aborto, il militarismo, la pena di morte, una superficialità quotidiana, che scivola nell'ipocrisia, contro tutto questo il film prende una decisa e netta posizione, ed é da rimarcare la capacità con cui questi aspetti negativi emergono a poco a poco nel racconto attraverso dialoghi rapidi e diretti, senza inutili giri di parole. Film convincente dunque, ma provocatorio e, come si diceva prima, rischioso: perché ci sono volgarità verbali a ruota libera e c'é sempre in agguato l' equivoco del vero e del falso. Difendere la libertà d'espressione significa forse dare via libera al turpiloquio, specialmente se pronunciato da bambini? Voltato tutto in chiave paradossale, il film non sembra una scuola di insegnamento o di incitamento alla parolaccia e all' espressione sconcia. C'è uno sviluppo forte, ci sono battute che colpiscono e fanno pensare, c'é insomma un qualche possibile suggerimento in ordine ad un concetto di educazione non statico ma rivolto ad un dialogo più aperto con il bambino. Il quadro che viene disegnato non é banale e, pur in un'ottica di costumi tipicamente americani, mette in guardia sugli stereotipi e le false abitudini che i mass-media propongono. Dal punto di vista pastorale, dunque, si ritiene opportuno che il film sia visto, con le cautele cui si é fatto cenno. Film discutibile, complesso perchè di non immediata percezione, da usare in maniera attenta a livello di fruizione per educatori e anche per genitori.
UTILIZZAZIONE: ricordato che il film ha il divieto ai minori di 14 anni, l'utilizzazione va nella direzione ricordata sopra: proiezioni mirate, e occasione per riflettere sulle sottili stratificazioni e suggestioni che l'immagine propone come sintesi di forma e contenuto. Capire l'immagine é il primo passo per non subirla.