STEAMBOY

Valutazione
Accettabile, semplicistico
Tematica
Adolescenza, Famiglia - genitori figli, Film per ragazzi, Storia
Genere
Animazione/Fantastico
Regia
Katsuhiro Otomo
Durata
126'
Anno di uscita
2005
Nazionalità
Giappone
Titolo Originale
Steamboy
Distribuzione
Metacinema
Soggetto e Sceneggiatura
Sadayuki Murai, Katsuhiro Otomo Katsuhiro Otomo
Musiche
Steve Jablonsky
Montaggio
Takeshi Seyama

Orig.: Giappone (2004) - Sogg.: Katsuhiro Otomo - Scenegg.: Sadayuki Murai, Katsuhiro Otomo - Mus.: Steve Jablonsky - Montagg.: Takeshi Seyama - Dur.: 126' - Produz.: Shinji Komori, Hideyuki Tomioka.

Soggetto

Londra, 1851. L'anziano Lloyd Steam ha inventato un ordigno a forma di palla di ferro che contiene il segreto dell'energia a vapore. Il suo intento di mettere la scoperta al servizio del progresso di tutti si scontra con l'opposizione del figlio Edward, che invece promette l'oggetto alla Fondazione O'Hara, decisa a trasformarlo in strumento per costruire armi da rivendere in tutto il mondo. Succede però che la palla di ferro arriva nelle mani del piccolo Ray, figlio di Edward e nipote di Lloyd, il quale si trova a dover decidere sulle sorti dell'invenzione. I contrasti tra i tre si svolgono sullo sfondo dell'inaugurazione della Prima Esposizione Universale svoltasi appunto nella capitale britannica a metà dell'Ottocento. Lotte aspre e rischi sempre più forti aspettano i tre, prima che la bieca Fondazione sia sconfitta e si possa proclamare che: "L'era della scienza é appena cominciata".

Valutazione Pastorale

Sapere che il regista Otomo ha cominciato nel 1994 a pensare ad una storia ambientata in un mondo di congegni meccanici a vapore e che il progetto è arrivato a compimento nel 2004, grazie ad una soluzione che unisce la grafica bi e tridimensionale alla tecnologia digitale e con un budget finale di 22 milioni di dollari può indurre vari tipi di riflessione. Se infatti da una parte è innegabile l'abilità del giapponese di ricostruire con pazienza e attenzione i dettagli d'epoca, gli ambienti, i costumi, la città di Londra; dall'altra questo impegno si ferma al momento di offrire una visione complessiva della vicenda. La scarsa mobilità figurativa dei personaggi (troppi scatti e poca scioltezza) ingenera stanchezza nell'arco delle due ore; il racconto risulta ripetitivo (quel vapore che esce con troppa frequenza, quei contrasti e inviti alla fuga detti e ridetti); e, infine, decisamente didascalica è la sottolineatura della lotta tra Bene e Male che si combatte con quella sfera. Le buone intenzioni sono dunque indubitabili, ma l'esito é inficiato da una scrittura eccessiva, carica, ridondante. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, e nell'insieme semplicistico.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, con opportuni supporti, anche come proposta didattica per ragazzi.

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