Orig.: Francia/Italia (2003) - Sogg.: Lydia Bigard - Scenegg.: Pascal Bonitzer, Christine Laurent, Jacques Rivette - Fotogr.(Panoramica/a colori): William Lubtchansky - Mus.: canzone "Our day will come" interpretata da Blossom Dearie - Montagg.: Nicole Lubtchansky - Dur.: 144' - Produz.: Martine Marignac.
Interpreti e ruoli
Emmanuelle Beart (Marie), Jerzy Radziwilowicz (Julien), Anne Brochet (Madame X), Bettina Kee (Adrienne), Olivier Cruveiller (l'editore), Mathias Jung (il portiere), Nicole Garcia (l'amica)
Soggetto
A Parigi Julien, 40 anni, orologiaio, fallito sotto il profilo sentimentale e professionale, ricatta Madame X, una donna bella e ricca. Anche se conosce i particolari del suo traffico di oggetti antichi, Julien ignora il suo segreto più nascosto: il legame con Marie, di cui Julien si è innamorato un anno prima e che ha appena rivisto. Frequentando a lungo Marie, Julien nota alcune stranezze nel suo comportamento. Lei dice di amarlo fortemente eppure ogni volta sfugge, incapace di fermarsi. Julien ora vuole aiutare Marie a venire fuori da quello stato di torpore. Decide quindi di spingersi con lei fino al punto estremo nel quale é possibile scavalcare i confini della vita e dei sentimenti.
Valutazione Pastorale
In ossequio ad una tradizione narrativa che da sempre ha molti confini con la letteratura, anche questa volta Rivette divide il racconto in capitoli. Sono quattro: 'Julien'; 'Julien e Marie'; 'Marie e Julien'; 'Marie'. Come si vede, la scelta dei titoli rimanda ad un gioco aId incastro, ad una sorta di incontro degli opposti. L'idea del copione è venuta a Rivette rileggendo le bozze di un vecchio libro che raccoglieva le tracce narrative dei suoi tre "film fantasma": Phenix, L'anno II, e, appunto "Marie e Julien". "Forse -aggiunge Rivette- ventisette anni fa avevo voglia di porre l'accento più sul lato fantastico della storia. Oggi quello che più mi interessa é la storia d'amore tra questo uomo e questa donna. L'amore cade loro addosso...i due personaggi sono costretti ad uscire letteralmente da loro stessi e a confrontarsi con un qualcosa che va al di là della loro comprensione e dei loro sensi, fino a toccare il 'sublime'. Se non saranno sublimi non saranno nulla". Siamo di fronte dunque ad un cinema rarefatto e inafferrabile, ad enigmi esistenziali che certe volte Rivette, maestro della "Nouvelle Vague", sembra padroneggiare ma che non di rado gli sfuggono di mano, nascosti nelle volute di uno stile freddo e geometrico. Le scansioni oniriche collocate nel 'vero' della città non sempre risultano funzionali, finendo con l'indugiare su se stesse. Tuttavia il racconto propone affascinanti digressioni tra sogno e realtà e ancora una volta Rivette sfida il cinema a proporsi come luogo visibile del non rappresentabile incontro tra vita e morte, tra amore terreno e amore fuori dal tempo. Film complicato che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, segnato da qualche ambiguità nell'accostare i temi 'alti' sopra indicati, e certo adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: più che nella programmazione ordinaria, il film é da utilizzare in occasioni mirate, con opportunità di dibattito, per riflettere sugli argomenti che propone e osservare il cammino di un regista dalla lunga carriera come Rivette. Attenzione é da tenere per i minori in previsione di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.