Tratto dal romanzo "La Storia di mia moglie" di Milán Füst, Adelphi Edizioni
Interpreti e ruoli
Léa Seydouk (Lizzy), Gijs Naber (Jackob Störr), Louis Garrel (Dedin), Sergio Rubini (Kodor), Jasmine Trinca (Madame Cobbet), Luna Wedler (Grete), Josef Hader (Herr Blume), Ulrich Matthes (Herr Lange - psichiatra), Udo Samel (Herr Voss- detective)
Soggetto
Nell’Europa degli anni venti Jacob Störr è un comandante di navi che trascorre più tempo in mare che sulla terraferma. Un giorno, mentre si trova in un bar con un amico, scommette che sposerà la prima donna che entrerà nel locale. Il caso lo porterà a conoscere e sposare l’affascinante ed enigmatica Lizzy. La vita del capitano cambierà per sempre…
Valutazione Pastorale
Presentato in concorso al 74° Festival di Cannes, arriva ad aprile nei cinema “Storia di mia moglie” firmato dalla regista ungherese Ildikó Enyedi, una coproduzione europea che vede anche l’Italia in campo (nel cast Sergio Rubini e Jasmine Trinca). Tratto dal romanzo omonimo di Milán Füst, “Storia di mia moglie” ci porta a esplorare le pieghe dell’animo e le tensioni del sentimento di un uomo assalito da dubbi esistenziali e dal sospetto del tradimento.
La storia. Ambientato tra Amburgo e Parigi negli anni ’20, Jakob Störr (Gijs Naber) è il capitano di una nave che trascorre sistematicamente mesi lontano da casa. Mosso dalla solitudine e dal bisogno di dare una svolta alla propria vita, decide di sposare la prima donna che incontra in un caffè. Fa così la conoscenza della francese Lizzy (Léa Seydoux), che in poco tempo conduce all’altare. Seguono mesi di amore e passione tra i due, con progetti anche di cambiamento lavorativo per l’uomo. In Jakob si annida però il sospetto del tradimento di Lizzy con l’affascinante e vanesio Dedin (Louis Garrel).
“Per la prima volta – ha sottolineato la Enyedi – mi cimento con l’adattamento di un romanzo, con l’intenzione di servire i pensieri e la mente di uno scrittore che ammiro profondamente fin dalla mia adolescenza. La trama apparentemente classica servirà ad aprire l’animo degli spettatori, a prepararli ad accogliere gli strati nascosti dentro questa storia di gelosia coniugale”. Nelle parole della regista si coglie chiaramente il nodo tematico di “Storia di mia moglie”, un’elegante indagine sui sentimenti di un uomo di mare che ama ma ha paura di non poter essere ricambiato completamente. Nonostante la lunghezza quasi debordante, ben 170 minuti, il film corre spedito con grande raffinatezza ed eleganza visiva. La regia della Enyedi, insieme ai protagonisti Gijs Naber e Léa Seydoux, dà forza narrativa a un racconto psicologico intrigante ma a tratti fine a se stesso, avvitato in un estetismo (esasperato) che sfiora il puro esercizio di stile. “Storia di mia moglie” è complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e per dibattiti. Indicato, visti i temi in campo, per un pubblico adulto.