Orig.: Italia (2009) - Sogg. e scenegg.: Anna Pavignano, Alessandro D'Alatri dal romanzo "In bilico sul mare" di Anna Pavignano - Fotogr.(Scope/a colori): Alessio Gelsini Torresi - Mus.: Freaks - Montagg.: Osvaldo Bargero - Dur.: 100' - Produz.: Alessio Gramazio e Paolo Calabresi Marconi per Buddy Gang, Warner Bros Entertainment Italia.
Interpreti e ruoli
Dario Castiglio (Salvatore), Martina Codecasa (Martina), Nunzia Schiano (madre di Salvatore), Vincenzo Merolla (padre di Salvatore), Raffaele Vassallo (Capadiciuccio), Kevin Notsa Mao (Atangana), Salvio Sernoli (Vincenzo), Mino Manni (il milanese), Anna Ferzetti (la milanese), Barbara Stellato (Maura), Adriana Marega . (Silvana)
Soggetto
Due ventenni si conoscono sull'isola di Ventotene. Salvatore vive lì con i genitori, ha una barca e d'estate porta in giro i turisti. D'inverno va sulla terraferma, a Formia, e lavora nei cantieri come muratore in nero. Da Genova, Martina arriva a Ventotene per fare immersioni. Si incontrano, si innamorano. Dopo qualche tempo, lei parte e lui entra in una profonda crisi. Fino a quando lei torna sull'isola, e Salvatore pensa di poter programmare un futuro insieme. Anche stavolta invece Martina torna a Genova e da qui lo chiama per comunicargli che andrà a Barcellona nell'ambito dell'Erasmus. Per Salvatore é la fine di un sogno. Cade da una impalcatura e ora può vedere dal fondo tutti i colori del mare.
Valutazione Pastorale
All'origine c'è il romanzo di Anna Pavignano "In bilico sul mare". "Ho pensato che fosse adatto a sperimentare. (...) Volevo tornare a respirare senza la paura di sbagliare che spesso mortifica il nostro cinema" dice D'Alatri. Accanto a Salvatore e Martina, terzo protagonista é certamente lo scenario intorno, ossia l'isola di Ventotene. Qui il regista ha passato alcuni mesi, girando in digitale con una telecamera HD e affidandosi a due esordienti perché, dice, "in loro si vede la vita". C'è un sentimento che nasce all'improvviso e altrettanto bruscamente finisce. Costruito su eventi semplici, il racconto diventa una strada aperta sull'autenticità delle situazioni, sul succedersi delle emozioni così ccme sgorgano dalla quotidianità. E poi c'è il problema delle morti sul lavoro, chissà perché chiamate bianche. C'è l'operaio Salvatore, con le sue parole finali tra felicità, delusioni, ricordi, richiami ad una felicità forse inafferrabile. Molti temi, molta suggestione per un film che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come consigliabile e certo problematico.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come prodotto italiano originale, innovativo, ricco di argomenti attuali.