Orig.: Italia (2011) - Sogg. e scenegg.: Emiliano Corapi - Fotogr.(Panoramica/a colori): Raoul Torresi - Mus.: Giordano Corapi - Montagg.: Andrea Maguolo - Dur.: 83' - Produz.: Andrea Petrozzi, Valerio Mezzabarba, Claudio De Toma, Roberta Petrozzi per Marvin Film.
Interpreti e ruoli
Vinicio Marchioni (Alberto), Daniele Liotti (Sergio), Donatella Finocchiaro (Laura), Claudia Pandolfi (Simona), Fabrizio Rongione (capo dei banditi), Massimo Popolizio (boss calabrese), Renato Marchetti (rappresentante), Fausto Maria Sciarappa (Francesco), Lucia Mascino (ispettrice di polizia)
Soggetto
Per fronteggiare il momento di crisi, Alberto, piccolo imprenditore ligure, accetta di fare il corriere per un'organizzazione criminale. Al momento di partire alcuni uomini armati fanno irruzione nella sua casa e, minacciando la moglie e i figli, lo obbligano a consegnare loro il pacco appena ritirato. Alberto subisce il ricatto, fa il lungo viaggio verso la Calabria, torna indietro i Piemonte, ma lungo questi spostamenti qualcosa va storto. Messosi ad inseguire un certo Sergio, Alberto lo ferma, lo obbliga a difendersi, parte un colpo di pistola e Alberto muore. La polizia non può che prendere atto della situazione.
Valutazione Pastorale
Lo spunto iniziale rimanda alla cronaca, incalzante e dolorosa, di questo periodo: la crisi economica obbliga a scelte estreme, che sembrano prive di rischi ma talvolta sfociano in tragedia. Prototipo del piccolo imprenditore sull'orlo del fallimento, Alberto si lancia in situazione troppo rischiose per lui. E qui, accanto al dato realistico, il copione vorrebbe collocare la struttura di un film di 'genere': azione, thriller, malavita. Il tentativo riesce solo in parte. L'incontro tra la dinamica del gangster movie e lo studio psicologico dei personaggi non trova la giusta chimica. Troppi vuoti narrativi frenano la suspence, la denuncia di una brutta situazione sociale resta in filigrana, emergono tuttavia lampi di umanità nei richiami giusti ma un po' frammentari alle famiglie di Alberto e di Sergio. L'opera prima di Corapi resta dunque a metà, sospesa tra citazionismo e sperimentalismo. Con qualche buona intenzione. Con qualche incertezza. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e caratterizzato da superficialità.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e in successive occasioni come ritratto, tra realtà e racconto, dell'Italia contemporanea. Qualche attenzione è opportuna tenerla per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.