Sogg.: da una storia di John Galsworthy - Scenegg.: Penelepe Mortimer - Fotogr.: (panoramica/a colori) Jenneth Mc Millan - Mus.: George Delerue - Montagg.: Ralph Sheldon - Dur.: 101'- Produz.: Danton Rissner
Interpreti e ruoli
Imogen Stubbs (Megan), James Wilby (Frank Asthon), Ken Colley (Jim), Sophie Ward (Stella), Susannah York (Mrs. Narracombe), Jerome Flynn . Lee Bililett (Joe), Oliver Perry (Nek), John Elmes
Soggetto
nel 1902, Franck e Robert, rampolli di due buone famiglie borghesi di Londra chiedono ospitalità per una notte nella fattoria della signora Narracombe nella campagna inglese in quanto Franck si è slogato una caviglia. Robert torna a Londra, mentre il suo amico chiede di restare qualche giorno, tanto per ristabilirsi. La sedicenne Megan (che vive sul posto con la zia e tre cugini, fra i quali il rozzo Joe che vorrebbe sposarla) si innamora del nuovo venuto. Incantato piacevolmente dalla vita semplice e dalle novità agresti, il giovanotto si innamora anche lui e la reciproca infatuazione si muta in amore. I due progettano la fuga: lui aspetterà Megan a Torquay la vicina città di mare e all'alba, dopo una diecina di giorni di degenza, se ne va. Ma ecco che Torquay incontra un vecchio e ricco compagno di studi, conosce Stella (la graziosa ed elegante sorella di costui) e in poche ore Franck è completamente ripreso da tutti i richiami del suo mondo perbenista. Visto in una stradina il viso sconsolato e deluso di Megan con valigetta alla mano (lei lo ha scorto con l'altra ragazza e ha capito tutto), Franck vilmente rinuncia ad una spiegazione e perfino a dirle una parola di addio. Dopo 18 anni, per un inspiegabile impulso Fratick ritorna in auto con Stella, sua moglie, nella brughiera e nei pressi della fattoria di tanto tempo prima. Un vecchio lavorante (Jim), che lo ha riconosciuto sotto la barba rossiccia, gli dice che Megan non si è mai voluta sposare e che è morta nel dare alla luce un figlio. È il figlio di Franck e di quella rapida passione. Lui smarrito lo vede per un attimo ripartendo: un giovanissimo e biondo guardiano di pecore, che gli sorride gentilmente.
Valutazione Pastorale
probabilmente il racconto da cui è tratto il film non è tra le cose migliore del Premio Nobel John Galsworthy (morto poco più che cinquanta anni or ono), o, quanto meno, certe atmosfere, certe finezze caratterizzanti la pagina scritta non ne conservano qui profumi di marca gozzanizana. In realtà il prodotto ne vien fuori più melenso che patetico: la campagnola, dal canto suo, non è né bucolica, né naïve (è lei prontissima a prender l'iniziativa amatoria nei fienili e sulla morbida lana della tosatura). A parte l'ambientazione (sempre fedelissima e corretta nei film inglesi), l'infatuazione del signorotto perbenista e della pastorella vogliosa suscita scarsissimo entusiasmo. Sotto sotto c'è il divario di classe, ben percepibile specie nell'ultima parte a Torquay, quando l'atmosfera borghese, l'eleganza della gente di città e gli alberghi scintillanti intrappolano per sempre il giovane Franck. Da qui in poi, però, il film scivola inesorabilmente e lacrimevolmente nel feuilleton (il londinese rivelatosi superficiale, egoista e vile; la fanciulla tradita e umiliata).