Orig.: Gran Bretagna (2002) - Sogg. e scenegg.: Paul Laverty - Fotogr.(Panoramica/a colori): Barry Ackroyd - Mus.: George Fenton - Montagg.: Jonathan Morris - Dur.: 106' - Produz.: Rebecca O'Brien - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.
Interpreti e ruoli
Martin Compston (Liam), Michelle Coulter (Jean), Annmarie Fulton (Chantelle), William Ruane (Flipper), Gary McCormack (Stan), Tommy McKee . (Rab)
Soggetto
A Greenock, cittadina lungo il fiume Clyde non lontana da Glasgow, il giovane Liam sta per compiere 16 anni. Mentre Chantel, la sorella più grande, é una ragazza madre che sta cercando con fatica di darsi una vita un po' più equilibrata, la mamma Jean é in prigione per storie di droga, mentre Stan,il suo nuovo compagno, spaccia nel quartiere e il nonno é costantemente irritato, offensivo, volgare. Visto che il suo compleanno e la scarcerazione della mamma sono nello stesso giorno, Liam vorrebbe prepare una sorpresa. C'é però bisogno di soldi, e allora Liam e alcuni amici sotraggono droga a Stan, la rivendono, fanno un buon guadagno. Avvicinato dal boss Tony, Liam viene incaricato di uccidere un certo Scullion e sta per eseguire ma viene fermato perchè si trattava di una 'prova di maturità'. Così Liam entra in un giro più grosso, e la situazione si ripresenta, perché Flipper, il suo miglior amico, offende Tony e questi gli chiede di farlo fuori. Tra scontri e violenze per aggiustare i rapporti, arriva il giorno in cui la madre esce dal carcere. Liam la porta in una casa nuova, dove vorrebbe che andasse anche la sorella, riunendo così la famiglia. C'é una festicciola, e il clima sembra allegro, ma ben presto Jane torna da Stam e riprende al vita di sempre. Anche Chantel vuole tornare a casa propria. Esasperato, Liam va a casa di Stam, rimprovera la madre, poi accoltella l'uomo. Quindi se ne va a camminare lungo il fiume, per festeggiare i suoi sedici anni.
Valutazione Pastorale
Con puntuale e coerente regolarità, Ken Loach continua ad occuparsi di vicende di dolore e di degrado, raccontando luoghi e persone in cui la difficoltà ambientale del vivere si unisce ad ostacoli socio-educativi, all'assenza di punti di riferimento, all'incapacità di reagire. Riferisce lo sceneggiatore Paul Laverty che "...la genesi di 'Sweet sexteen' risale alla lavorazione di 'My name is Joe': dozzine di personaggi reclamano attenzione e ognuno grida 'scegli me!'...c'era un personaggio che non voleva rassegnarsi a scomparire. Pretendeva la nostra attenzione. Quel personaggio era Liam". Un sedicenne dunque e il suo disperato tentativo di rimettere insieme i pezzi di una famiglia disgregata ma che é pur sempre la 'sua' famiglia. Se per raggiungere questo obiettivo vengono messe in atto altre azioni criminose, è perché non ci sono altri strumenti per cambiare. Liam si ribella al male diventando strumento di altro male. La purezza delle intenzioni non basta più. Se il nonno è assente e la madre é lontana, il rapporto centrale resta quello tra fratello e sorella. Lei é l'elemento equilibratore, lui vorrebbe identificarsi con il nipotino, che può essere ancora salvato. Calato in un quadro di miseria morale diffusa, il racconto è amaro, brutalmente realistico, cinico ma ancora incertio se arrendersi alla ineluttabilità del destino. Pessimista insomma, ma con qualche spiraglio sulla possibilità che i giovani possano essere punto di riscatto per il futuro. Di forte impatto, non nuovo nella filmografia di Loach ma sempre vivo e stimolante, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, problematico e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: accompagnato dal divieto ai 14 anni, il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, riservandolo ad un pubblico maturo. In altre circostanze è da proporre come avvio ad una riflessione sui temi dell'educazione, della crescita responsabile, della presenza/assenza di realtà educative (scuola, famiglia, territorio...). Attenzione per i minori in occasione di passaggi televisivi.