Sogg. e Scenegg.: Leonard Schrader - Fotogr.: (panoramica/a colori) Juan Ruiz Anchia - Mus.: Thomas Newman - Montagg.: Debra Mc Dermott - Dur.: 83' - Produz.: David Weisman - Vietato ai minori degli anni quattordici
Interpreti e ruoli
Vincent D'Onofrio (Cholo), Mathilda May (Alba Stephanie), Esai Morales (Zico Borenstein), Fernando Rey (Giudice Torres), Cipe Lincovsky (Mamma Borenstein), Josh Mostel (Bertoni), Costance Mc Cashin (Flora), Patricio Bisso, Javier Portales, Ruben Szuchmainer
Soggetto
su di un piroscafo diretto in Argentina, Stefanie giovanissima moglie del giudice Torres durante una serata per scherzo si fa invitare per un tango da un cameriere. Redarguita dal marito e indispettita, lei si reca sul ponte: qui vede una donna lanciarsi in mare e, impulsivamente, ne prende la borsa, il nome e le scarpe lasciando le proprie. Sbarcata sotto il nome di Alba (quello della suicida, una polacca) è attesa da Zico Borenstein e dalla madre di costui, per celebrare il matrimonio concordato in via epistolare con la polacca. Il rito si svolge secondo il rito ebraico, ma ecco che il novello sposo introduce nella camera un viscido orefice per squallide prestazioni. Alba lo pugnala, indi ferisce Zico e troppo tardi capirà di essere caduta in una trappola sordida: falso il matrimonio e falso il rabbino in combutta, ignobili le figure di Zico e della madre al turpe commercio, un bordello di lusso (tutte polacche, a suo tempo irretite). Mentre alcuni amici mafiosi, amici del gioielliere reclamano la consegna dell'assassino, Zico fa conoscere alla disgraziata un celebre danzatore di tango, Cholo, un uomo misterioso, spietato e sempre armato di pugnale che impone ad Alba un caschetto nero e la fa abbigliare con grande eleganza. Alba lo odia, ma ne subisce il fascino: per Cholo che in fondo non ama che se stesso e il tango, questo é anche più dell'amore e bisogna danzarlo con vera passione per capire e vivere l'amore medesimo. Riuscita a fuggire ed imbattutasi in due agenti, questi, corrotti per natura, riportano Alba a Cholo il quale, assillato da due mafiosi (che ora esigono la consegna della donna, ritenuta l'assassina) li uccide. Intanto Torres si é dato da fare nella ricerca della moglie che ritiene ancora viva. Per una serie di circostanze Alba ridiventa Stefanie (ha una provvida amnesia volontaria) e rientra nella sua fastosa casa riconciliata con il premuroso consorte, ma ecco che proprio qui ricompare Cholo che lei presenta al giudice come maestro di tango. Di nuovo sequestrata è riportata nel consueto "asilo", dove Cholo uccide Zico, mentre vi arriva il giudice che spara alla moglie e a Cholo. I due, ormai morenti, hanno ancora la forza di danzare sanguinanti il loro ultimo tango, sfiorando con i piedi il corpo di Torres, contro il quale Cholo ha fatto a tempo a scagliare il proprio pugnale.
Valutazione Pastorale
c'è un'ambientazione ricca, puntuale e fastosissima. C'à la intensa bellezza di Mathilda May, attrice intelligente e donna fascinosa e c'é, infine, una fotografia spesso aggressiva e splendente di colori corruschi. Ma il film é una telenovela artigianale mal scritta. Può darsi che in mani meno maldestre e sempreché volutamente inteso a raccontare la squallida storia con una certa ironia, il risultato sarebbe stato migliore. Invece si è in pieno mélo, ed un finale risibile quando i due protagonisti danzano con le pallottole in corpo e sanguinando il loro ultimo tango. Quanto a turpitudine, il film si giudica da sé. L'attore Vincent D'Onofrio "valentineggia" quanto basta con la sua preda fra le braccia, ma tutto l'insieme sta tra il falso, il pletorico e il turbinoso.