Orig.: Italia (2004) - Sogg.: Stefano Pasetto - Scenegg.: Stefano Pasetto coon la collaborazione di Marina Fabbri e Carmelo Marabello - Fotogr.(Panoramica/a colori): Paolo Bravi - Mus.: Banda Osiris - Montagg.: Alessio Doglione - Dur.: 92' - Produz.: Rosanna Seregni.
Interpreti e ruoli
Fabrizio Rongione (Lui), Barbora Bobulova (Lei), Gordana Miletic (zia), Luigi Diberti (dirimpettaio), Vittorio Amandola (pasticcere), Chiara Sani (figlia del pasticcere), Antonio Manzini (primario), Caterina Casini (prima collega), Lucia Mascino (seconda collega), Giulietta Revel . (cliente della pasticceria)
Soggetto
A Trieste, nel parlatorio di una prigione, Lei va a trovare Lui. Tra una partita e l'altra di scarabeo, ricostruiscono il loro passato. Amici da adolescenti, con una tartaruga come pegno d'amore quasi infantile, i due si ritrovano in sala operatoria: Lei é il chirurgo, Lui é il paziente. Da grande Lui ha avuto difficoltà a trovare una collocazione. Irascibile di carattere, perde il posto in una pasticceria, vive precariamente. Da grande, Lei ora vorrebbe costruire qualcosa di più solido con Lui, ma trova il suo rifiuto. Lui ora lavora sul porto. Lei, quando lo va a trovare, subisce violenza da parte di altri operai portuali. Lui reagisce duramente e fa una vittima. Eccolo dunque in carcere. La visita dell'inizio è finita, al pari della partita di scarabeo. Lei esce. Forse lo aspetterà.
Valutazione Pastorale
Nato a Roma nel 1970, e diplomatosi al Centro Sperimentale di Cinematografia, Stefano Pasetto spiega: " E' un racconto sull'ossessione della memoria, su ciò che mette radici e non si gratta più via, quando l'ideale infantile di una figura affettiva si scontra con gli uomini e le donne in carne ed ossa (...). L' idea narrativa di base era il tentativo di contraddire la struttura melò, lasciando aperture e sfasature nei cerchi interni degli eventi. Le parole sono non dette. Gli sguardi sono di sbieco. I gesti fuori tempo e fuori luogo (...)". Gli obiettivi forse erano troppo ambiziosi e Pasetto, all'opera prima, inciampa nei buoni propositi. A forza di lasciare aperture, il racconto si frantuma in una serie di situazioni slegate e sopra le righe. Le psicologie dei due protagonisti restano appena abbozzate, caricature di qualche altro progetto non chiarito. Si arriva alla fine senza aver capito bene di cosa la storia voleva parlare, quali tematiche voleva affrontare: i giovani, il lavoro, il rifiuto delle regole?...Tutto resta insomma molto confuso in un film che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile e caratterizzato da ambiguità.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza di minori. Da proporre, sia pure tenendo conto dei limiti sopra esposti, nell'ambito di rassegne su opere prime italiane. Stessa cura è da tenere per i minori in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.