Orig.: Stati Uniti (2014) - Sogg. e scenegg.: Maya Forbes - Fotogr.(Panoramica/a colori): Bobby Bukowski - Mus.: Theodore Shapiro - Montagg.: Michael R. Miller - Dur.: 90' - Produz.: Wally Wolodarsky, Benji Kohn, Bingo Gubelmann, Sam Bisbee, Galt Niederhoffer.
Interpreti e ruoli
Mark Ruffalo (Cameron Stuart), Zoe Saldana (Maggie Stuart), Imogene Wolodarsky (Amelia Stuart), Ashley Aufderheide (Faith Stuart), Keir Dullea (Murray Stuart), Georgia Lyman (Becca), Beth Dixon (Pauline Stuart), Alicia Love . (Carol)
Soggetto
Boston, fine anni '70. Cam soffre di disturbo bipolare e ha difficoltà a costruire intorno a sè una vita 'normale'. Sposato con Maggie a conclusione di una bella storia d'amore, hanno due bambine, Amelia e Faith. A causa della instabilità di lui, la coppia vive separata ma ora Maggie è decisa a trovare un lavoro per assicurare un futuro migliore alle figlie. Iscrittasi ad una scuola di economia, viene accettata alla Columbia University ma dovrà trasferirsi a New York. A questo punto Maggie non ha scelta e chiede al marito di occuparsi a tempo pieno delle bambine mentre lei sarà via...
Valutazione Pastorale
Si parte da una storia vera: l'autobiografia dell'infanzia di Maya Forbes nella Boston degli anni '70. "Quando avevo sei anni -ricorda- mio padre fu colpito da una serie di crisi depressive a causa delle quali i miei genitori si separarono". Quello che è successo dal 1978 in poi è fedelmente riportato nelle sceneggiatura. Un periodo difficile: "Mia sorella e io -aggiunge-eravamo furiose e ci vergognavamo del modo in cui vivevamo. Eppure alla fine ha funzionato. Siamo diventati una famiglia...". Se i fatti sono autentici, e rimandano ad aspre, dure difficoltà di vita quotidiana, del tutto indovinato (perché non scontato) è il taglio scelto dalla Forbes nel mettere insieme, per la prima volta, sceneggiatura e regia. La materia affronta a viso aperto lo scontro tra malattia, lavoro, rapporto con i figli. L'ottica della neoregista sorprende per l'entusiasmo e la solidità con cui resta attaccata alla voglia di non scoraggiarsi, di non perdersi d'animo, di superare le difficoltò grazie al sostegno e alla presenza di una moglie e di due bambine piene di affetto e di amore per un padre meno fortunato ma a sua volta deciso a non perdere la sua vera ancora di salvezza: la famiglia. Ambientato con bella sapienza descrittiva nella Boston fine anni '70 (recuperando anche una intensa colonna sonora d'epoca), il racconto riesce a diventare quasi favola, senza perdere un grammo di concretezza e di verità. Messaggio aperto, diretto e mai retorico per chi ritiene di arrendersi troppo presto alle difficoltà. Cronaca vivida di affetti e tenerezza che si fanno luogo ideale dove il nucleo familiare ritrova motivazione e compattezza. Il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte successive occasioni come prodotto positivo e di qualità anche per ragazzi e famiglie.