Sogg. e Scenegg.: Istvan Szabo, Michael Hirst - Fotogr.: (normale/a colori) Lajos Koltai - Mus.: Richard Wagner - Montagg.: Jim Clarck - Dur.: 119' - Produz.: David Puttnam
Interpreti e ruoli
Glenn Close (Karin Anderson), Niels Arestrop (Zoltan Szanto), Moscu Alcalay (Jean Gabor), Macha Meril (Miss Malikoff), Johanna Ter Steege (Monique Angelo), Maite Nahyr (Maria Krawiecki), Victor Poletti (Stefano Del Sarto), Erland Josephson (Jorce Picabia)
Soggetto
il direttore d'orchestra ungherese Zoltan Szanto, sta per essere conosciuto in tutto il mondo perché dirigerà al teatro dell'opera Europa di Parigi il Tannahäuser di Wagner, che verrà trasmesso via satellite in moltissime nazioni, interpretato dalla celebre soprano svedese Karin Anderson, nel ruolo della pura Elisabetta. Artista entusiasta, Szanto, appena giunto a Parigi, si impegna nel suo lavoro con assoluta dedizione, ma subito si trova ostacolato da beghe sindacali, scioperi, odi, amori e rivalità, che disturbano le prove. Sul principio anche i rapporti fra il maestro e Karin sono tesi, ma presto i due si trovano alleati nel difendere la supremazia della musica contro beghe meschine, e poi fra loro nasce un grande amore, al quale si abbandonano completamente, nonostante che Zoltan sia sposato e la Anderson si sia proposta di non rovinargli la vita. La soprano canta la parte di Elisabetta in modo stupendo, e il maestro dirige estasiato, cosicché la musica sublime li unisce ancora di più. Szanto ottiene alle prove risultati artistici eccezionali, e tutti i collaboratori sono entusiasti. Poiché per precedenti impegni, Karin deve tenere un concerto a Budapest, convince Zoltan di accompagnarla, e questi è perciò costretto a presentarle la moglie Edith e la figlia. Edith comprende subito i veri rapporti fra il maestro e la soprano, e, rimasta sola col marito, lo accusa del suo tradimento davanti alla bambina, poi lo caccia di casa. Anche Karin rifiuta di rivederlo in albergo, dove lui le urla invano il suo amore, provocando uno scandalo. Ma al ritorno a Parigi, i due riprendono i loro appassionati rapporti amorosi. La Anderson è pronta a seguire Szanto dovunque, ma egli non può promettergli altrettanto, perciò gli amanti decidono di separarsi, anche se Karin, per esaltare la grande arte del maestro, gli bacia la mano davanti a tutta la compagnia. Alla prima, un nuovo sciopero impedisce il levarsi del sipario: l'opera viene perciò data in forma di concerto (a sipario chiuso), ed ottiene enorme successo. E quando nel finale, durante il "Coro dei pellegrini", appare il ramo fiorito che simboleggia il perdono ottenuto da Tannhäuser, a Karin sembra di vedere un fiore spuntare anche sulla bacchetta di Szanto.
Valutazione Pastorale
il film diretto da Istvan Szabo unisce diversi temi: il primo è quanto le libertà democratiche, se usate in modo irrazionale (con scioperi e beghe sindacali), danneggino la grande musica, perché compromettono lo sforzo degli artisti, impegnati, sotto la guida del direttore d'orchestra, a realizzare la perfetta esecuzione di un capolavoro. Il secondo tema è quello dell'appassionato amore, che travolge l'emergente direttore e la celebre soprano, e che fa loro dimenticare per qualche tempo ogni altro legame, ma al quale infine dovranno saper rinunciare. E in questa parte c'è un vago riferimento alla trama dei Tannhäuser (Venere ed Elisabetta). Per ultimo, è evidente una notevole ironia sulle liti e rivalità che dividono le varie popolazioni europee, e che l'arte, evidentemente, può aiutare a superare. Nonostante che il film abbia momenti eccellenti, come il duetto musicale improvvisato da maestro e soprano, per burlarsi dei pregiudizi che gli europei nutrono gli uni verso gli altri o quella della delusione di Karin, quando capisce che Zoltan in futuro non vivrà con lei, questo lavoro non soddisfa completamente, e ha qualche momento di caduta. Notevole è l'interpretazione di Glenn Close nel ruolo di Karin; e meravigliosa, naturalmente, la musica di Wagner, che, inserita abilmente molto spesso nella vicenda, ne costituisce il fascino maggiore.