Orig.: Israele (2004) - Sogg. e scenegg.: Amos Gitai, Marie José Sanselme - Fotogr.(Panoramica/a colori): Caroline Champetier - Mus.: Arvo Part, Simon Stockhausen - Montagg.: Isabelle Ingold - Dur.: 90' - Produz.: Michael Tapuach, Laurent Truchot, Amos Gitai.
Interpreti e ruoli
Rosamunde Pike (Rose), Diana Bespechni (Diana), Hanna Schygulla (Hanna), Anne Parillaud (Anne), Kristina Likhnyski (Kristina), Katya Drabkin (Katya), Alla An (Alla), Yussuf Abu Warda (Yussuf), Shalva Ben Moshe (Igor), Amos Lavie (Herzi)
Soggetto
Nel deserto del Sinai alcune ragazze provenienti dall'Estonia passano la notte intorno al fuoco. Prima dell'alba alcuni scagnozzi fanno entrare Diana e le altre in Israele. Qui cominciano le trattative con la trafficante Anna che portano alla 'vendita' delle donne a personaggi locali. Il gruppo viene poi condotto in una discoteca, luogo designato di appuntamenti particolari. Quando in mezzo alle ragazze si insinua Rose, una coetanea, Diana la affianca per cercare di fuggire. Di lì a poco nelle vicinanze scoppia una bomba. Nella grande confusione che segue, saltati tutti i controlli, Diana riesce ad allontanarsi quasi indisturbata. Si vede sola lungo la strada e subito esclama: "Sono libera!".
Valutazione Pastorale
Dice Amos Gitai: "Mentre esploravo l'idea del crimine organizzato che va oltre i confini del Medio Oriente, ho notato il crescente traffico di donne: la schiavitù moderna...Vengono deportate dai loro Paesi d'origine, soprattutto dall'Europa dell'est. Dal deserto del Sinai attraversano il confine d'Israele e vengono poi distribuite in varie città israeliane; alcune anche sul versante ovest. Ho osservato il fenomeno dal mio punto di vista, cercando di tracciare un percorso all'interno del bombardamento mediatico sul Medio Oriente. Così ho potuto affrontare la natura esotica della nostra visione iconoclasta della Terra Promessa." Gitai, si sa, è regista molto prolifico: questo, presentato in concorso a Venezia 61, é il suo sesto film dal 2000. Il regista affronta quasi sempre lo stesso tema (Israele, l'ebraismo, le contraddizioni, le tradizioni, il vecchio e il nuovo...) sforzandosi di volta in volta di cambiare prospettiva. Così eccolo ora occuparsi dello stesso territorio ma attraverso l'aspetto della tratta delle bianche. Le ragazze disperate provenienti dall'Est e le vittime degli attentati in Israele sono accomunate dal bel titolo 'Terra promessa', che sembra sempre raggiungibile ma non arriva (quasi) mai. Ne vien fuori un racconto dai toni minimalisti, ma molto sentito, accorato, appena pessimista, dolente. E il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, e nell'insieme senz'altro realistico.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre come ritratto di un'aspetto particolare della situazione in Israele. Qualche attenzione per i minori in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.