Sogg.: tratto da un romanzo di Larry Mc Murtry - Scenegg.: Peter Bogdanovich - Fotogr.: (panoramica/a colori) Nicholas Von Sternberg - Mus.: Karyn Rachtman - Montagg.: Richard Fields - Dur.: 117' - Produz.: Barry Spikings, Peter Bogdanovich
Interpreti e ruoli
Jeff Bridges (Duane Jackson), Cybill Shepherd (Jacy Farrow), Annie Potts (Karla Jackson), Cloris Leachman (Ruth Popper), Randy Quaid (Lester Marlow), Timothy Bottoms (Sonny Crawford), Eileen Brennan (Genevieve Morgan), William Mc Namara, Angie Bolling, Katherine Bongfeldt
Soggetto
nel 1984, Amarene, un piccolo centro petrolifero in crisi della provincia del Texas, si prepara a festeggiare il suo centenario per iniziativa del sindaco e del suo vecchio amico Duane Jackson. Questi è un petroliere finora ricco, con moglie, figli, villa e vizi, ma ora rischia il fallimento. Sostenuto quasi unicamente dall'anziana Ruth Popper, ex convivente del sindaco, che gli tiene la contabilità, e a sua volta tradito apertamente dalla moglie Karla, che non sa far altro che rimbrottarlo in continuazione, Duane continua a cercar distrazioni in facili amori, puntualmente imitato da Dickie, il figlio maggiore, senza perciò riuscire a liberarsi dal pesante senso di frustrazione, delusione e noia, che grava sull'intera cittadina. A rompere la monotonia delle sue giornate ripetitive viene la scoperta di un nuovo pozzo che lo salverà dal disastro finanziario, e il ritorno di una sua antica innamorata, Jacy Farrow, una compagna di scuola che lo aveva affascinato adolescente. È tornata dall'Europa e triste, sfiorita, dopo avervi fatto l'attrice e perduti in un incidente marito e figlio, ma l'incontro con Duane non pare ridestarle l'antica passione, mentre è invece assidua frequentatrice e amica della moglie di lui e della sua numerosa famiglia di figli e nipoti che le ricordano il bambino perduto. Pur dando vaga impressione di ambiguità nei propri rapporti con Karla, la sofferenza e le amare esperienze passate consentono a Jacy di indurre Karla e Duane a riflettere sulla loro situazione, fino a ritrovarsi in un più consapevole riavvicinamento.
Valutazione Pastorale
il ritornare per la seconda volta in un ventennio sui casi di un'annoiata cittadina di provincia, nei cui abitanti ristagnano i medesimi limiti e vizi, semmai accentuati dal persistere di una specie di rassegnato fatalismo, non ha giovato gran che a Bogdanovich. A parte la realizzazione cinematografica di modesta levatura, quello infarcire il racconto di episodi e figure secondarie, e quel procedere per accostamenti esteriori, privi di penetrazione psicologica appesantisce il film e lo rende in certa misura caotico e improbabile. Ne emerge è vero l'affresco, più pittoresco che commosso, di uno spaccato di vita provinciale senza orizzonti e senza ideali, tutto sommato credibile, proprio perché circoscritto e non generalizzabile, ma anche guardato con ironica indifferenza, come normale e ineluttabile nel suo piagnucoloso immobilismo. Duane fa del suo meglio per asciugare quei pianti e consolare quegli frustrati dalla propria superficialità e dalla mala sorte ed è quanto di meglio il film riesca a dire e tuttavia non giunge a darsi e a dare motivi convincenti per superare la propria e l' altrui insoddisfazione, rimanendo nei limiti di un vago umanitarismo senza colpi d'ala.