Orig.: Stati Uniti (2012) - Sogg.: James Vanderbilt tratto dai personaggi creati da Stan Lee e Steve Ditko per il fumetto omonimo - Scenegg.: Alvin Sargent, Steve Kloves, James Vanderbilt - Fotogr.(Scope/a colori): John Schwartzman - Mus.: James Horner - Montagg.: Alan Edward Bell, Pietro Scalia - Dur.: 136' - Produz.: Avi Arad, Matthew Tolmach - Anche in 3D.
Interpreti e ruoli
Andrew Garfield (Peter Parker/Spider Man), Emma Stone (Gwen Stacy), Rhys Ifans (dr. Curt Connors/the Lizard), Denis Leary (cap. George Stacy), Martin Sheen (zio Ben), Sally Field (zia May), Irrfan Khan (Nels Van Adder), Campbell Scott (Richard Parker), Embeth Davidtz (Mary Parker), Miles Elliot (Billy Connors), C. Thomas Howell (Ray), Stan Lee (bibliotecario), Barbara Eve Harris (miss Ritter), Vanessa Lee Chester (Rhonda)
Soggetto
Abbandonato da piccolo dai genitori, cresciuto con gli zii Ben e May, Peter è oggi un liceale deriso e sbeffeggiato. Attratto dalla compagna di scuola Gwen, Peter è indeciso su come comportarsi, fino a quando, dopo aver conosciuto il dott. Connors, ex collega del padre, e aver messo mano nelle sue ricerche genetiche, subisce la puntura di uno scarafaggio: da quel momento si accorge di dover fare i conti con una forza dirompente difficile ad controllare. Peter capisce che quella energia può essere messa al servizio della città, si inventa una maschera, un vestito, un nome, e comincia ad incalzare i malviventi. Entra così in conflitto con George Stacy, capitano del NYPD e padre di Gwen, e con Lizard, il nuovo aspetto mostruoso in cui si è calato il dott. Connors. Contrasti ed equivoci si succedono incalzanti, fino alla soluzione dei problemi. O almeno così sembra...
Valutazione Pastorale
L'obiettivo iniziale era quello di produrre il quarto capitolo della saga dedicata all'Uomo Ragno, poi i tempi dilatati oltre misura hanno consigliato un cambio di rotta. Non più un 'seguito' ma un 'reboot', un 'riavvio', in un contesto tutto nuovo: regista, protagonista, comprimari. Si riparte dall'inizio (e non è una banalità), da quando il piccolo Peter viene salutato con qualche mistero dai genitori, che non vedrà più, e affidato alle cure degli zii. Infanzia, adolescenza, maturità: le età della crescita si succedono nell' incontro/scontro con emozioni, paure, indecisioni, consapevolezza crescente. Peter attraversa tutta la minacciosa galleria dentro la quale sogno e realtà si inseguono, si nascondono, si avvicinano e si respingono. Peter sogna che Spider-Man divenga realtà: New York, bella e impossibile, ne ha bisogno, al pari della polizia, che però lo capirà solo più tardi. Per salvare la comunità, il 'mostro' nato dall'eccesso di sperimentazione va eliminato. E Gwen deve poter amare Peter, non Spider. Questo uomo mascherato, non sempre calibrato nella dinamica e nella gestualità, alquanto frenato in qualche passaggio narrativo (incombe un po' di noia), è forse il giovane che può rassicurare rispetto alla minaccia di un nuovo 11 settembre? Nel quasi obbligo di tenersi lontano dai precedenti firmati Sam Raimi, la regia di Webb finisce per accusare troppa distanza tra le sequenze centrali e quelle, di raccordo, affidate agli effetti speciali e al 3D. Spettacolo di alta confezione ma incompleta capacità di sguardo dentro l'affabulazione della storia e del mito. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, e semplice quanto a esposizione del racconto.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come prodotto fruibile per tutti i tipi di pubblico.