Orig.: Gran Bretagna (2017) - Sogg. e scenegg.: Rupert Everett - Fotogr.(Scope/a col.): John Conroy - Mus.: Gabriel Yared - Montagg.: Nicolas Gaster - Dur.: 105' - Produz.: Sébastien Delloye, Philippe Kreuzer, Jorg Schulze, Carlo Degli Esposti, Nicola Serra, Frank Evers.
Interpreti e ruoli
Rupert Everett (Oscar Wilde), Colin Firth (Reggie Turner), Colin Morgan (Alfred Bosie Douglas), Edwin Tomas (Robbie Ross), Emily Watson (Constance Holland), Tom Wilkinson (padre Dunne), Beatrice Dalle (manager al Cafè Concerto), John Standing (dott. Tucker)
Soggetto
In una piccola pensione di Parigi, Oscar Wilde trascorre gli ultimi giorni della sua vita, ripensando a quando era l'artista più famoso di Londra. Rivive allora i fatti del passato, tra passioni e sentimenti, splendori e infelicità...
Valutazione Pastorale
Oscar Wilde nasce a Dublino il 16 ottobre 1854, e muore a Parigi il 30 novembre 1900. Grande artista dalle personalità discussa e controversa, ha spesso alimentato con fatti e azioni la propria leggenda che lo voleva persona disordinata e scapestrata. In rapida sintesi si può dire, parlando di cinema, che i film tratti dalle sue opere si possono dividere in quelli ispirati alla vita, e in quelli tratti dalle sue creazioni. Per dire tra questi, 'Un marito ideale', 'Dorian Gray', 'Wilde Salomè' tra i secondi; questo di oggi e altri a testimoniare la diversa accoglienza ottenuta da critici e opinione pubblica nel corse degli anni. "The Happy Prince' torna infatti ad indagare il lato nascosto dell'irlandese, la sua propensione per provocare persone e situazioni, la voglia di dedicarsi e fare, disfare e ancora costruire in modo incessante il proprio monumento, il proprio status di esteta e di uomo stanco e decadente, una innata capacità di tirarsi fuori dalle banalità e dalle difficoltà quotidiane. Anche i questa versione il 'personaggio' Wilde non cambia. Arguto, intelligente, elegante, pronto a chiedere i soldi che non ha mai, a fare promesse e non mantenerle di fronte alla moglie e ai figli piccoli. Lo spicchio di vita che il copione ricostruisce è forte e incisivo. Tutto si snoda e si combatte sul filo dell'amicizia tradita, della verità nascosta, del bel gesto senza seguito. Rupert Everett fa l'attore e il regista, bravo nel primo caso a restituire delusioni e dolori esistenziali, nel secondo a mostrarsi in pieno uomo del suo tempo, stretto tra affanni, pentimenti, le contorsioni di una società insieme frivola ma cattiva e spietata. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria con qualche cautela e discrezionalità. Il 'personaggio' Oscar Wilde merita attenzione e capacità di posizionarlo con serenità nella cornice storica adeguata (vedi la benedizione finale del sacerdote).