Orig.: Stati Uniti (2013) - Sogg.: tratto dal romanzo "The Iceman - The True Story of a Cold Blooded Killer" di Anthony Bruno - Scenegg.: Morgan Land, Ariel Vromen - Fotogr.(Scope/a colori): Bobby Bukowski - Mus.: Haim Mazar - Montagg.: Danny Rafic - Dur.: 106' - Produz.: Ehud Bleiberg, Avi Lerner, Ariel Vromen.
Interpreti e ruoli
Michael Shannon (Richard Kuklinski), Winona Ryder (Deborah Pellicotti), James Franco (Marty Freeman), Ray Liotta (Roy Demeo), Chris Evans (mr. Freezy)
Soggetto
A New York Richard Kuklinski conduce all'apparenza una vita tranquilla insisme alla moglie Deborah e ai figli. In realtà è un killer su commissione, capace di tenere nascosto alle persone care il proprio "lavoro". Operando al servizio di svariate organizzazioni criminali, quando nel 1986 viene arrestato e processato, riceve una condanna per l'assassinio di oltre cento uomini.
Valutazione Pastorale
Figura realmente esistita, Kuklinski, di origine polacca, cresce sperimentando il polso di ferro di un padre violento. Anche per questo diventa freddo, durissimo, dal carattere di ghiaccio. Si sposa nel 1964 e da subito riesce a tenere separata la propria vita privata da quella 'professionale'. All'inizio cura il doppiaggio di film porno distribuiti dalla mafia e dice a casa che si occupa di animazione. Il salto di qualità arriva quando il boss Roy Demeo lo assume come suo killer personale. Dal documentario su Kuklinski visto nel 1992 sulla rete HBO, Vromen è partito per costruire il copione. Che si deve confrontare con fatti autentici e li restituisce, cercando di far emergere la follia della cosiddetta "normalità" con la quale l'uomo agiva e uccideva. Non c'è dubbio che il genere "gangster" offre una filmografia densa di titoli di grande valore e di straordinaria suggestione tra cronaca e finzione. Qui la regia non può fare a meno di lasciare ampio spazio a quella violenza che era il segno distintivo del protagonista. Al quale offre la giusta durezza, con toni ghiacci e spietata crudeltà, Michael Shannon, volto legnoso e insieme denso di sfumature. Ne esce un film non memorabile sotto il profilo narrativo e da valutare, dal punto di vista pastorale, complesso e segnato da (inevitabili) violenze.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, tuttavia con molta attenzione per la presenza di minori e piccoli che è preferibile non coinvolgere nella visione. Stessa cura è da tenere in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.