THE IRON LADY

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Donna, Famiglia, Politica-Società, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Phyllida Lloyd
Durata
105'
Anno di uscita
2012
Nazionalità
Gran Bretagna
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
Thomas Newman
Montaggio
Justine Wright

Orig.: Gran Bretagna (2011) - Sogg. e scenegg.: Abi Morgan - Fotogr.(Scope/a colori): Elliot Davis - Mus.: Thomas Newman - Montagg.: Justine Wright - Dur.: 105' - Produz.: Damian Jones con Anita Overland, Collen Woodcock.

Interpreti e ruoli

Meryl Streep (Margareth Thatcher), Jim Broadbent (Denis Thatcher), Olivia Colman (Carol Thatcher), Roger Allam (Gordon Reece), Susan Brown (June), Iain Glen (Alfred Roberts), Richard E.Grant (Michael Heseltine), Nick Dunning (Jim Prior), Nicholas Farrell . (Alrey Neave), Anthony Head (Geoffrey Howe), Harry Lloyd . (Denis Thatcher giovane)

Soggetto

Oggi ottantenne, Margareth Thatcher, già primo ministro britannico dal 1979 al 1990, trascorre lunghe giornate nella casa londinese a Chester Square. Immagina la presenza del marito Dennis, morto molti anni prima, dialoga con lui e rievoca gli anni dei loro primi incontri e quelli della vita coniugale. Da quando la giovane Margareth, figlia di un droghiere, si fa conoscere all'interno del partito conservatore, all'elezione a primo ministro ai momenti difficili del suo decennale mandato. La figlia Carol la convince a farsi vedere da un medico. Il passato ormai incalza l'anziana statista. Lì troverà la forza per vivere un presente forse meno ricco ma ugualmente degno di essere visuto.

Valutazione Pastorale

Margareth Thatcher è ancora vivente e questo qualche difficoltà doveva inevitabilmente crearla. Un personaggio importante (la prima donna in Occidente ad aver ricoperto la carica di Primo Ministro), un ruolo di peso nella politica mondiale: fino a che punto spingersi, dove fermarsi? Così il risultato appare decisamente spaccato in due. Da un lato l'interpretazione di Meryl Streep, che non 'fa' la Thatcher ma 'diventa' lei, arrivando ad una sorta di identificazione che scava un abisso tra lei e il contesto in cui si muove in una sorta di straniata e diabolica sovrapposizione tra vero e falso. Dall'altro lato invece ci sono il copione che sceglie la soluzione del girotondo tra presente e passato (e vi aggiunge quale anello di congiunzione il marito defunto e parlante) e la regia di Phyllida Lloyd, che vorrebbe conservare il tono esuberante di "Mamma mia!" ma deve fare i conti con una materia impossibile da piegare a sfumature ironiche. Riservatasi varie soluzioni, la Lloyd non riesce tuttavia a trovare l'alchimia giusta. Ci sono passaggi malinconici, drammatici, dolorosi, c'è la Storia che incombe con brani di repertorio, ci sono la memoria, il dolce incombere della vecchiaia, qualche rimpianto. Lo spettro dei sentimenti è ampio, le immagini non riescono a seguirlo, spunta qualche passaggio convenzionale, solo un po' agiografico. Il ritmo va fuori centro, lasciando l'impressione che forse era troppo presto per affrontare un personaggio così sfaccettato. Naturalmente, Meryl Streep a parte. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare i programmazione ordinaria e da proporre in seguito per avviare riflessioni sul rapporto cinema/storia/cronaca. Da utilizzare anche per studenti di scuola media superiore.

Le altre valutazioni

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