Orig.: Stati Uniti (140') - Sogg.: ispirato alla sceneggiatura di Robert Mark Kamen per il film del 1984 - Scenegg.: Christopher Murphey - Fotogr.(Scope/a colori): Roger Pratt - Mus.: James Horner - Montagg.: Joel Negron - Dur.: 140' - Produz.: Jerry Weintraub, Will Smith, Jada Pinkett Smith, James Lassiter, Ken Stovitz.
Interpreti e ruoli
Jaden Smith (Dre Parker), Jackie Chan (Han), Taraji P. Henson (Sherry Parker), Wenwen Han (Meiying), Rongguang Yu (maestro Li), Zhensu Wu (padre di Meiying), Zhiheng Wang (madre di Meiying), Zhenwei Wang (Cheng), Shija Lu (Liang), Luke Carberry . (Harry)
Soggetto
Da Detroit Dre Parker, dodici anni, segue la mamma che si trasferisce per lavoro in Cina. A Pechino Dre entra subito in urto con Cheng, un coetaneo capo dei bulletti della scuola, e fa amicizia con la compagna di classe Mei Yin. Lingua e differenze culturali creano molti equivoci e Dre comincia a sentirsi isolato in un Paese estraneo. A poco a poco l'amicizia con Han addetto al condominio e in realtà maestro di kung fu, consente a Dre di migliorare i rapporti, di imparare a rispettare gli altri a farsi a sua volta apprezzare.
Valutazione Pastorale
Il primo Karate Kid é del 1984. Se la struttura narrativa é all'incirca rimasta la stessa, di sicuro sarebbe dovuto cambiare il titolo: il karate non c'entra più niente, e questo é semmai un Kung Fu Kid. La trasferta a Pechino la si può capire con il crescente peso della Cina nello scacchiere economico mondiale, e parimenti il saggio Hann è il prototipo di tutti i cinesi che invitano gli occidentali ad un diverso approccio alla vita quotidiana. Del resto anche dietro Dre (figlio di Will Smith) ci sono tutti gli adolescenti americani che mettoni insieme rap, kung fu e altri tipi di musiche in una non piccola confusione espressiva. Nella parte finale va rilevata qualche violenxa un po' insisitita (i combattimenti tra i ragazzini), cosicchè il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come futile e non privo di superficialità.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e in altre occasioni, tenendo presente una certa lentezza del racconto e una durata un po' eccessiva (140').