Orig.: Gran Bretagna/Francia (1999) - Sogg. e scenegg.: Sally Potter - Fotogr.(Panoramica/a colori): Sacha Vierny - Mus.: Osvaldo Golijov - Montagg.: Hervé Schneid - Dur.: 97' - Produz.: Christopher Sheppard.
Interpreti e ruoli
Christina Ricci (Suzie), Cate Blanchett (Lola), John Turturro (Dante Domino), Johnny Deep (Cesar), Harry Dean Stanton (Felix Perlman), Oleg Yankovskiy (il padre di Suzie), Claudia Lander-Duke . (Suzie bambina)
Soggetto
Nel 1927 la vita felice di Fegele, bambina ebrea che vive con il padre cantante e la nonna in un villaggio della Russia, viene interrotta dalle persecuzioni antisemite. Partito il genitore per l'America, un'ondata di violenza si abbatte sul villaggio. Fegele viene fatta fuggire insieme ad alcuni compaesani che vorrebbero a loro volta raggiungere l'America ma invece sbarcano in Inghilterra. Qui Fegele, ribattezzata Suzie, é affidata ad un famiglia di cattolici, non può parlare yiddish ma impara a cantare. Dieci anni dopo lascia l'Inghilterra per Parigi, dove lavora come corista e fa amicizia con Lola, ballerina russa. Mentre Suzie comincia a risparmiare con l'obiettivo di comprare quanto prima il biglietto per l'America, lei e Lola trovano lavoro nella compagnia operistica del'impresario Felix Perlman. Suzie si innamora dello zingaro Cesar, che fa la comparsa megli spettacoli, e Lola di Dante Dominio, famoso cantante d'opera italiano. Dopo l'invasione tedesca di Parigi, i nazisti dichiarano che saranno arrestati ebrei e zingari. Quando Dante tradisce Suzie, Lola, che all'inizio lo aveva appoggiato, decide di lasciarlo ed esorta Suzie a fuggire insieme. Suzie vorrebbe rimanere, ma Cesar la convince a partire. Durante la traversata dell'Atlantico, la nave viene bombardata e Lola annega. A New York Suzie cerca il padre. Da un'organizzazione di rifugiati viene a sapere che si trova in California, dove fa il produttore di musical, e adesso é molto malato. Lo raggiunge a Los Angeles. In una stanza d'ospedale, padre e figlia si ritrovano dopo tanti anni. Lei gli prende la mano e gli canta la ninna nanna yiddish che lui le cantava da piccola.
Valutazione Pastorale
Dice Sally Potter, regista: "Spero che questo film possa diventare la voce di coloro che furono (e sono) costretti al silenzio; renda omaggio a coloro che abbiamo perduto; celebri la sopravvivenza di coloro che sono sopravvissuti". La vicenda é dunque condotta come un'ulteriore cavalcata nella storia europea del 20° secolo ormai alla conclusione: storia che lascia in eredità guerre mondiali, persecuzioni, regimi dittatoriali e soprattutto un'idea di disunione, di scarsa volontà di camminare tutti uniti. Un Europa dalla quale gli europei scappavano é il ritratto di ieri che dovrebbe servire di lezione per l'oggi. Ma qui è meglio fermarsi, perché il dato sociale,politico o di denuncia sfuma lentamente dal racconto. Più che dal dramma la regista inglese é attratta dal melodramma. Le sequenze iniziali sono la spia di tutto il resto: non solo la musica operistica, ma le canzoni tradizionali, l'epica delle emigrazioni, il dolore dello sradicamento culturale. Ne esce una sorta di ballata nella quale scorrono le ingiustizie della storia, la fatica degli innocenti, il riscatto degli umili. Detto tutto un po' sopra le righe ma, proprio per questo, alla fine chiaro e comprensibile. I temi sono comunque positivi, come, dal punto di vista pastorale, lo é il film, sostanzialmente semplice nel suo svolgimento.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria. Da proporre in occasioni dedicate al rapporto tra cinema e storia europea, anzi fra Cinema e identità europea.