TI AMERÒ … FINO AMMAZZARTI **

Valutazione
Discutibile, Grossolanità
Tematica
Genere
Grottesco
Regia
Lawrence Kasdan
Durata
96'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
I LOVE YOU TO DEATH
Distribuzione
Columbia Tri Star Films Italia
Musiche
James Horner
Montaggio
Anne V. Coates

Sogg. e Seen.: John Kostmayer - Fotogr.: (panoramica/a colori) Owen Roizman - Mus.: James Horner - Montagg.: Anne V. Coates - Dur.: 96' - Produz.: Chestnut Hill

Interpreti e ruoli

Kevin Kline (Joey Boca), Tracey Ullman (Rosalie Boca), William Hurt (Harlan), River Phoenix (Divo), Joan Plowright (Nadja), Keanu Reeves (Marlon), James Gammon (L.T. Schooner), Victoria Jackson (Lacey)

Soggetto

a Tacoma, l'italo-americano Joey Boca è proprietario di una avviata pizzeria, in cui la moglie Rosalie lo aiuta volentieri, assistita dal giovane Divo, cameriere a lei affezionatissimo. Joey ama moglie e bambine, ma è desideroso di altre donne. Quando la paziente Rosalie lo sorprende in una biblioteca, abbracciato tra gli scaffali ad una sconosciuta, da tollerante quale era, passa alla collera ed a un tentativo di suicidio per la disperazione in cui è piombata. Ma sua madre Nadia slava anche lei pensa a qualcosa di radicale: l'unica è ammazzare quel genero sfrontato, mentitore e cacciatore, con cui fra l'altro è obbligata a convivere. Persuasa Rosalia, che tuttavia ha mille dubbi e tremori, la suocera di Joey dà fiducia a Divo (che fallisce con una mazza da golf), poi organizza lei stessa un attentato, armeggiando con il motore dell'auto (ma sopra c'è con il fedifrago anche la moglie e con ciò l'omicidio va in fumo), infine è Rosalia stessa che prepara un sugo (micidiale per pepe e miscugli vari), nel quale insieme a Nadia mette decine di compresse soporifere. Il malcapitato pizzettaro, fra sbadigli e mal di ventre, resiste, per cui non resta che sparargli. Ci pensa il solito Divo ma il proiettile ferisce di striscio e allora il ragazzo assolda per 500 dollari Harlan e Marlon Marlon (due balordi tossicodipendenti) i quali non riescono che a ferire la vittima designata. Joey è dunque ancora vivo (ha però una pallottola nel cranio), per cui sta in ospedale, non ricorda nulla ed è convinto di essere stato attaccato da un virus. La polizia intanto trasferisce tutti in galera, mentre fiocca un diluvio di accuse e di scagionamenti di questo e quello. Ma per Joey il temporale è passato: lui annuncia che nella sua vita non c'è, e non ci sarà mai altra donna che Rosalie e, sotto gli scapaccioni della propria madre (sicula come lui), giura alla moglie amore e fedeltà in eterno.

Valutazione Pastorale

un grottesco mal condotto, tirato per le lunghe e deludente: lo spunto era buono (ispirato a eventi veri) e l'inizio promettente per scioltezza e divertimento; poi si va avanti allo sbando. I personaggi non sono che figurette caricaturali di scarsa corposità, di trovate veramente brillanti non vi è traccia ed il gusto per il paradossale mostra spesso la corda. È appena il caso di notare che, poichè tutta la storia è più colorata che colorita e da ciò le evidenti forzature di tono lo stesso personaggio di Joey denuncia i propri limiti. Kevin Kline è bravissimo, ma lo stereòtipo dei pizzettaro siculo-americano, tutto famiglia e amori fugaci, tronfio e borioso perché "masculo è", cade nel macchiettismo irritante. Addirittura penosa la partecipazione di un attore del calibro di William Hurt, mascherato da drogato, farfugliante, improbabilissimo killer in coppia con un altro balordo.

Le altre valutazioni

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